Un fondamentale risvolto in materia di vaccino contro il Coronavirus giunge dalla Danimarca, più precisamente dai ricercatori del dipartimento di Immunologia e Microbiologia dell’Università di Copenhagen, che sta lavorando a pieno ritmo e che ha ricevuto una prima, importante soddisfazione nello studio condotto sui topi. “Abbiamo testato il vaccino nei topi e abbiamo ottenuto risposte immunitarie positive – dichiarano gli studiosi –. Si tratta di un passo importante. È fondamentale che siamo in grado di presentare questi risultati, perché significa che possiamo continuare come previsto. Senza questi numeri non avremmo potuto procedere”. La tecnologia utilizzata dal team danese nei loro esperimenti si chiama cVLP, che sta per ‘capsid Virus-Like Particle’. I cosiddetti antigeni del Coronavirus sono attaccati al cVLP e il sistema immunitario dell’organismo umano risponde agli antigeni, produce anticorpi e quindi, si spera, diventa immune alla malattia. Esattamente come accaduto nei topi.
VACCINO CORONAVIRUS FUNZIONA SUI TOPI: “PIETRA MILIARE”
I topi, dopo aver “ricevuto” il vaccino contro il Coronavirus, hanno prodotto grandi quantità di anticorpi in grado di neutralizzare il Covid. “È importante essere in grado di produrre molte dosi di vaccino e a basso costo, se possibile. I dati a nostra disposizione in questo momento dimostrano che siamo in grado di produrre milioni di dosi in bioreattori relativamente piccoli”, ha asserito il professor Morten Agertoug Nielsen, mentre il suo omologo Adam Sander ha asserito: “Questi test rappresentano una pietra miliare. Ottenere una risposta così marcata di neutralizzazione del virus SARS-CoV-2 nei topi è molto promettente. Speriamo di riuscire a lanciare i primi test clinici sull’uomo in sei mesi“. Come spiegato dall’Università di Copenhagen, il lavoro sul vaccino è condotto insieme al consorzio Prevent-nCov, di cui i ricercatori fanno parte e che ha ricevuto una sovvenzione di 20 milioni di corone danesi dal programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 dell’UE. Il team ha anche ricevuto una sovvenzione di 25 milioni dalla Fondazione Carlsberg e di 5 milioni dalle Fondazioni Gudbjørg e Ejnar Honoré per lo sviluppo del vaccino.