È possibile aggiornare un siero anti-Covid in base all’arrivo di nuove varianti? La risposta è sì e già le case farmaceutiche si stanno muovendo in tal senso per rendere disponibile, quanto prima possibile, un nuovo vaccino contro la mutazione Omicron del Sars-CoV-2. Sempre più presente in Italia e in giro per il mondo, con oltre 89 paesi che ne hanno segnalato il contagio nelle ultime settimane, quella del siero aggiornato è una delle piste che gli esperti avevano discusso quando è venuta fuori la nuova mutazione, con la speranza che l’iter di sperimentazione e approvazione non vada per le lunghe.



Ma quanto tempo ci vuole effettivamente da quando le case farmaceutiche mettono mano al siero a quando lo rendono disponibile per la somministrazione? A rispondere a questa domanda ci ha pensato il Corriere della Sera, che in collaborazione con esperti del settore ha spiegato cosa serve e quanto tempo è necessario affinché il vaccino venga “modificato”. In poche parole, infatti, i vaccini a mRna sono costruiti con una tecnologia che dovrebbe consentire una rapida modifica in grado di intercettare la variante. Per “rinfrescare” il vaccino basta cambiare solo la molecola di mRNA che contiene le informazioni per la produzione della proteina Spike e istruire il sistema immunitario a combattere contro il virus, senza ulteriori modifiche alla piattaforma utilizzata.



Vaccino Covid aggiornato contro Omicron, quando sarà disponibile

Pfizer e Moderna, si legge sul quotidiano, sono a lavoro da mesi per rendere quanto prima disponibile il nuovo siero. Sul Corriere si legge: “In base alle conoscenze acquisite finora una volta nota la sequenza genica della nuova variante (quella di Omicron è stata pubblicata il 23 novembre) sono necessari circa due mesi per sintetizzare e testare in laboratorio il nuovo mRNA per il vaccino aggiornato. Tra test clinici e produzione dovrebbero trascorrere 3-4 mesi“. Le due società avrebbero parlato di 90-100 giorni per poter aggiornare il vaccino contro la variante, annunciando che il nuovo prodotto potrebbe essere pronto per la distribuzione entro il mese di marzo.



Sull’ipotesi di un nuovo vaccino, fatto da zero, la discussione sembra avviata ma di difficile percorrenza: “Le case farmaceutiche coinvolte stanno valutando attraverso studi se davvero sia necessaria una nuova versione del vaccino o sia sufficiente un booster del prodotto esistente. Ad ogni modo la decisione spetta alle società”. Infatti potrebbe semplicemente bastare la terza dose, visto che dati alla mano gli anticorpi dopo un mese crescono di 25 volte rispetto allo stesso periodo dalla seconda.