Il vaccino anti-Covid può creare problemi alle persone che soffrono di allergia al polline? Un interrogativo più che mai lecito, a maggior ragione in questo particolare periodo in cui, complice la primavera inoltrata, i sintomi delle allergie tendono a manifestarsi in tutto il loro vigore.

A provare a dissipare ogni minimo dubbio attorno a tale questione è stata l’agenzia stampa Adnkronos Salute, che ha interpellato l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud della Fondazione italiana di Medicina personalizzata: “I vaccini attualmente disponibili non sono controindicati nei soggetti allergici, tanto più a fronte della considerazione basica che mai un’eventuale reazione avversa al vaccino (di qualunque vaccino si tratti) verrà promossa dalle IgE e cioè dalle cellule protagoniste della risposta immunitaria ai pollini”. Insomma, il pericolo parrebbe non esserci per fortuna, anche se, a scopo preventivo, per i soggetti allergici con importante sintomatologia acuta si può pensare a una posticipazione dell’eventuale vaccinazione di qualche settimana.



VACCINI COVID E ALLERGIA AL POLLINE: “NEI CASI PIÙ GRAVI…”

I vaccini Covid non dovrebbero dunque dare vita a particolari reazioni in coloro che soffrono di allergia al polline. Tuttavia, nei soggetti che presentono sintomi marcati, il professor Mauro Minelli suggerisce l’opportunità di procrastinare di qualche settimana la data di somministrazione del siero. “Siccome la vaccinazione può essere temporalmente spostata di qualche settimana, ma non la pollinazione, che invece risponde a cicli biologici indifferibili, può essere opportuno prevedere per i soggetti allergici con importante sintomatologia acuta una posticipazione dell’eventuale vaccinazione”, ha dichiarato ai microfoni di Adnkronos Salute. Tra qualche settimana, infatti, si sarà esaurita la pressione antigenica ambientale sostenuta dall’attuale sovraccarico di pollini che, soprattutto per le graminacee, pare essere più intenso del solito. In virtù di ciò, considerando che l’induzione di una risposta immunitaria dell’organismo, come quella che segue una vaccinazione, passa attraverso un processo di infiammazione, sarebbero opportuno non aggiungere stimoli pesanti in soggetti instabili da un punto di vista immunologico.



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