C’è una consistente percentuale di malati di tumore che sta rifiutando il vaccino contro il covid. Nonostante il siero di Pfzier, quello consigliato dall’Aifa per i malati oncologici, si dimostri efficace e non pericoloso per questa patologia, l’11% dei malati di cancro ha rifiutato la vaccinazione, rischiando così di contrarre il covid, con tutto ciò che ne consegue. A porre i riflettori sulla questione è uno studio in pubblicazione sulla rivista scientifica European Journal of Cancer, citato dall’edizione online del Corriere della Sera, che ha indagato anche il perchè di questo rifiuto: il 48% teme gli effetti collaterali, mentre il 26.7% è preoccupato dall’interazione con le terapie antitumorali. Infine, per il 10.7%, vi è una preoccupazione per eventuali reazioni allergiche.
I cittadini italiani che hanno rifiutato il vaccino sono raddoppiati dopo il 15 marzo, da quando cioè si è deciso di sospendere AstraZeneca per quattro giorni, passando dall’8.6% al 19.7: «I cittadini con un tumore – le parole di Francesco Cognetti, ultima firma dello studio nonché direttore dell’Oncologia medica all’Istituto Tumori Regina Elena di Roma e presidente della Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi (Foce) – presentano un rischio maggiore di complicazioni se contagiati da Covid, con un tasso di mortalità del 30% in caso di ospedalizzazione. Il Ministero della Salute e Foce, nei mesi scorsi, hanno collaborato per inserire proprio i pazienti oncologici, cardiologici ed ematologici nella categoria con priorità assoluta nella vaccinazione, perché particolarmente in pericolo se contraggono il virus. Il travagliato iter autorizzativo dei vaccini e la grande attenzione riservata dai media a questo tema possono aver influenzato l’aderenza alla vaccinazione».
VACCINO COVID, MALATI DI TUMORE HANNO PAURA: “QUESTI PAZIENTI DEVONO ESSERE VACCINATI AL PIU’ PRESTO”
Come spiegato dal professor Cognetti, i malati oncologici hanno maggiori possibilità di contrarre il covid ma soprattutto di svilupparlo nelle sue forme più gravi, con un forte rischio di morire, di conseguenza, è fondamentale che si vaccinino il prima possibile. «Non ci sono dubbi – ha spiegato ancora Cognetti – questi pazienti vanno vaccinati e al più presto. Ed è altrettanto chiaro che il vaccino Pfizer è per loro sicuro ed efficace». Lo studio a cui si fa riferimento in questa pagina è stato condotto fra l’1 e il 20 marzo scorsi, coinvolgendo 914 pazienti dell’Istituto Regina Elena di Roma. «La mancata adesione al vaccino – conclude l’esperto – può tradursi in un numero elevato di morti altrimenti evitabili. Per raggiungere il successo della campagna vaccinale, con l’appropriato coinvolgimento dei più fragili, è necessaria più chiarezza nelle decisioni da parte dell’autorità regolatoria e più cautela nella diffusione di notizie potenzialmente allarmistiche».