Nel giorno del “Vax Day” europeo i primi “allarmi” sull’operatività del vaccino anti-Covid di Pfizer-BionTech arrivano dalla Germania: in alcune città della Baviera la prima fase di somministrazione delle 150mila dosi giunte è stata rallentata. Lo riportano i media locali e nazionali nelle scorse ore, ripreso poi da Adnkronos: «dubbi sulla conservazione delle fiale sul rispetto della ‘catena del freddo‘ hanno condizionato le procedure nel V-day», questi i motivi dietro allo stop in alcune parti della Germania nella maxi campagna di vaccinazione.



In particolare, le città dove si sono segnalati i primi ritardi e modifiche nel programma sono Coburg, Kronach, Kulmbach, Hof, Bayreuth e Wunsiedel. Si aspettano informazioni aggiuntive in arrivo da BionTech e Pfizer, evidentemente non stanno bastando quelle fornite in sede di invio vaccini (dove si annunciava la particolarità della conservazione delle dosi in frigo ad almeno -70 gradi centigradi).



VACCINO IN GERMANIA: LA POLEMICA SULLE DOSI

«Durante la lettura dei registratori di temperatura, che erano racchiusi nelle celle frigorifere acquistate centralmente, sono sorti dubbi sul rispetto della catena del freddo per il vaccino», spiegano le autorità locali della Baviera in un comunicato comune dopo il primo giorno di vaccinazione. Dal distretto di Augusta, l’amministratore Martin Sailer (CSU) ha aggiunto «Il registro di raffreddamento integrato mostra che la temperatura registrata durante il trasporto era inizialmente di tre gradi Celsius e successivamente di meno un grado». Durissima la Bild che titola sul quotidiano online «Dopo i problemi da raffreddamento del vaccino in Baviera, ora le 1.000 dosi finiranno nella spazzatura?». In diversi luoghi i problemi sono stati poi successivamente risolti, ma resta la problematica nei 16 lander dove, ricordiamo, ognuno ha ordinato 9750 dosi di vaccino Pfizer. Altra polemica di giornata, questa tutta italiana, riguardo la disparità di dosi disponibili tra le 150mila tedesche e le 9.750 italiane (ma da gennaio sono in arrivo per il nostro Paese 450mila dosi complessive): a domanda specifica, il commissario all’emergenza Arcuri ha spiegato «Il numero di dosi simboliche per partire tutti assieme il 27 dicembre è proporzionale alla popolazione, la Germania dalla Ue ha avuto le stesse dosi o poco più», ma sono state numerose le polemiche visto che tanto sui numeri quanto sulle spiegazioni i “conti” non tornano.

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