Il vaccino per il covid, giunto alla sua quinta dose di richiamo, sta registrando dei dati impietosi che dimostrano l’evidente stanchezza vaccinale dei cittadini italiani. Allo stato attuale la nuova dose di richiamo, che secondo Orazio Schillaci dovrebbe raggiungere la sua platea entro la fine dell’autunno, è proposta solamente ai pazienti fragili e agli over 60, senza nessun tipo di obbligo.



A fronte di una platea designata di circa 20 milioni di italiani, però, dopo poco meno di tre mesi dall’inizio della nuova campagna autunnale, sono state inoculate solamente 251mila dosi di vaccino covid. Di contro, però, le Regioni hanno già ricevuto complessivamente 4,5 milioni di dosi, che nel corso dei prossimi mesi aumenteranno ulteriormente. A livello regionale, i dati migliori si registrano in Lombardia (102mila dosi), Emilia (38.856), Toscana (35.276) e Piemonte (14.437), mentre tutte le altre regioni si attestano sotto le 10mila dosi di vaccino covid, con il fanalino di coda della Calabria a quota 324. Sicilia, Abruzzo e Basilicata, invece, hanno registrato 0 iniezioni, ma probabilmente perché non sono stati inviati i dati al Ministero.



Francesco Vaia: “I cittadini sono stanchi del vaccino contro il covid”

Insomma, il vaccino per il covid nella sua nuova variante aggiornata sembra faticare a decollare, nonostante il Ministero abbia suggerito la possibilità di associare la vaccinazione a quella contro l’influenza (per ora a quota 2,2 milioni di dosi inoculate). Una situazione per la quale il Sole 24 Ore ha interpellato Francesco Vaia, direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute, che ci tiene a ribadire come “abbiamo il dovere di proteggere i più fragili”.

Secondo Vaia l’attuale situazione tragica del vaccino contro il covid dipende soprattutto dalla stanchezza e dall’esitazione “dei cittadini, anche a causa della cattiva e contraddittoria comunicazione portata avanti durante la pandemia, che ne ha minato gravemente la fiducia“. Molti, infatti, “hanno bisogno di spiegazioni chiare e senza ipocrisie da parte delle istituzioni e degli operatori” ribadendo “l’importanza strategica dello strumento”. Per migliorare i dati sul vaccino contro il covid, secondo Vaia, è importante che le Regioni siano “maggiormente proattive, anche attraverso la chiamata diretta, nel raggiungere le persone più fragili che sono maggiormente suscettibili di sviluppare forme gravi della malattia”.