Arriva una conferma definitiva ad un fenomeno che si è riscontrato – nel corso degli ultimi anni, ma in particolare nel pieno della pandemia del 2019/20 – in milioni di donne in tutto il mondo che dopo essersi sottoposte ad una o due dosi del vaccino contro il covid hanno sperimentato diverse irregolarità nel ciclo mestruale: i due fattori prima di ora non erano mai stati direttamente associati, ma pochi giorni fa è comparso uno studio sulle pagine della prestigiosa rivista Nature. Partendo dalla fine – poi vedremo anche tutto il resto -: secondo i ricercatori il vaccino contro il covid è in grado di influenzare in una misura variabile il ciclo mestruale; mentre l’aspetto (per così dire) positivo è che non sembra trattarsi di variazioni mortali o dannose per le donne.



Facciamo ancora un piccolo passo indietro prima di arrivare allo studio – peraltro citando la sua introduzione – per ricordare che questa non è la prima volta nella lunga storia umana in cui un vaccino ‘nuovo’ come quello del covid ha causato irregolarità nel ciclo mestruale: i primi studi risalgono addirittura a più di un secolo fa (era il 1914) all’epidemia di tifo; mentre altre conferme sono arrivate lungo tutto il novecento prima con il composto anti-epatite e poi con quello contro il papilloma virus.



Quali sono gli effetti del vaccino contro il covid sul ciclo mestruale: tesi, analisi e risultati dello studio

Tornando a noi: un gruppo di ricercatori di Tel Aviv si è fissato proprio l’obiettivo di definire se, in quale misura e – soprattutto – per quali ragioni il vaccino contro il covid influenza il ciclo mestruale, partendo dalle migliaia di segnalazioni da parte di donne di tutto il mondo e che avevano ricevuto uno tra i vari composti con la tecnologia ad mRNA. Alcune lamentavano irregolarità temporali, oppure nel flusso e nella durata del ciclo mestruale, e il comun denominatore – non dimostrato fino ad ora – sembrava essere in tutti i casi proprio il vaccino contro il covid: tesi accreditata dal fatto che secondo uno studio fatto dalla stessa Pfizer l’involucro lipidico che avvolge l’mRNA del siero sarebbe in grado di accumularsi – tra gli altri organi – anche all’interno delle ovaie.



Esponendo alcuni modelli uterini alla vaccinazione con dosi ed esposizioni differenti, il team israeliano ha scoperto che in un primo momento la risposta immunitaria alla vaccinazione modificava (senza effetti di alcuni tipo a livello generale) l’espressione delle aromatasi e degli FSHR; mentre prolungando l’esposizione per circa 48 ore intaccava anche l’espressione dell’inibinia e dell’ormone antimullerioano (scientificamente: AMH). Un’ulteriore conferma è arrivata dai test del sangue prelevato da alcune donne che si erano sottoposte al vaccino contro il covid durante il ciclo mestruale: su 124 campioni totali il 53% era collegato alle irregolarità di cui vi abbiamo parlato prima.

Cosa significa e quali sono le conclusioni dei ricercatori? Innanzitutto – come spesso accade in questi casi – che saranno necessari ulteriori studi per comprendere la portata dell’effetto del vaccino contro in covid sul ciclo mestruale; e secondariamente che i ‘colpevoli’ sono proprio l’inibina e l’ormone AMH che vengono (rispettivamente) sovra e sotto stimolati e attivati in momenti ‘sbagliati’, causando le irregolarità. La buona notizia – lo ripetiamo – è che nonostante l’effetto scientificamente provato non sembra che il vaccino sia in grado di causare effetti sulla “vitalità” degli ovuli.