Il Covid rialza la testa: sono ormai in salita i contagi in tutta Italia e quasi un ricoverato su dieci in ospedale è positivo al virus. A rendere la situazione ancora più incerta è uno studio europeo secondo il quale la copertura dei vaccini sarebbe particolarmente bassa: in particolare, dopo solo tre mesi tornerebbero alte le possibilità di morire o di finire in ospedale. A rivelarlo è l’Ecdc, Centro europeo per la prevenzione delle malattie. I numeri sono allarmanti ma la raccomandazione resta la stessa: gli ultraottantenni dovrebbero continuare a sottoporsi al vaccino Covid con cadenza periodica.



Lo studio dell’Ecdc è stato condotto sulla popolazione over 50 di sei Paesi europei. Secondo questo, l’efficacia iniziale della terza dose rispetto al rischio di ospedalizzazione è stata di circa il 50%. Dopo 12 settimane, però, l’effetto è diminuito diventando quasi nullo dopo 24, con stime tra il 13 e il 17% di efficacia. La protezione, dunque, è molto bassa. Con la quarta dose, invece, la protezione subito dopo la somministrazione sale tra il 76 e il 79% conto il rischio di ricovero e 76-85% contro quello di morte. Dopo 12 settimane scende però tra il 33 e il 49% contro il ricovero e tra il 50 e il 63% contro la morte.



Vaccino Covid, perché la durata è di soli 3 mesi

Le percentuali dell’efficacia vaccinale, testate dall’Ecdc, sono ancora più basse tra gli ultraottantenni, spiega La Stampa. L’efficacia della quinta dose è stata invece testata solo in Portogallo e Belgio: questa è scesa quasi a zero dopo 12 settimane. A parlare dei risultati è Giuseppe Remuzzi, direttore dell’istituto di ricerca farmaceutica Mario Negri: “La durata della protezione limitata a 12-24 settimane è dovuta al fatto che in questo arco di tempo l’Rna sul quale si basano i vaccini si degrada inesorabilmente. In futuro ci si augura che l’efficacia possa prolungarsi nel tempo ma non è una cosa che si fa dall’oggi al domani. Però nel valutare i dati dell’ottimo lavoro dell’Ecdc dobbiamo considerare che si riferiscono alla sola protezione degli anticorpi, ma a offrirci una ulteriore copertura contro gli esiti più gravi c’è anche la memoria immunitaria delle cellule”.



Anche Silvio Garattini, padre dell’istituto Mario Negri, spiega: “L’ultimo vaccino della Pfizer è in sostanza simile a quelli che lo hanno preceduto e non è in armonia con le varianti ora dominanti. Anche se la stessa Pfizer si è fatta ben remunerare questo aggiornamento condotto in poco tempo, portando il prezzo della dose da 14 a 20 euro”. E ancora: “L’influenza non fa 300 morti a settimana e i casi di Covid sono in aumento”. L’esperto invita così fragili e anziani a indossare di nuovo le mascherine.