Con una lettera firmata il 17 novembre scorso e inviata ai governatori delle Regioni d’Italia, Arcuri ha chiesto entro il 23 novembre la lista dei presidi ospedalieri nei quali iniziare le vaccinazioni contro il Covid. Dopo tanta attesa, dunque, arriva una luce in fondo al tunnel e già è stato reso noto un piano che prevede la partenza dai sanitari e gli anziani delle Rsa a gennaio. Nella medesima lettera di Arcuri, spiega oggi Il Messaggero, viene anche spiegato che il vaccino Pfizer permetterebbe al nostro Paese di avere già alla fine del prossimo anno 3,4 milioni di dosi da somministrare a 1,7 milioni di persone, motivo per il quale “è necessario, pertanto, scegliere il target di cittadini a cui somministrare le prime dosi disponibili”. Arcuri intende salvaguardare ospedali ed Rsa mentre per gli altri vaccini prevede l’uso di canali tradizionali come i drive in. Mentre si fa spazio il piano che prevede la vaccinazione negli ospedali di 2000 persone in 15 giorni (durata massima di conservazione dei vaccini Pfizer in speciali borse), un’altra domanda non può essere trascurata: il vaccino dovrà essere o no obbligatorio?



VACCINO COVID OBBLIGATORIO? IL PARERE DI POLITICI E SCIENZIATI

Sull’obbligatorietà delle vaccinazioni anti-Covid si è già espresso il premier Conte che, così come il ministro Speranza, credono non si possa obbligare nessuno a vaccinarsi o sarebbe un trattamento sanitario obbligatorio. Nonostante questo il Paese resta attualmente bloccato, con giovani impossibilitati a frequentare la scuola e l’economia in grave difficoltà. Secondo i sondaggi buona parte degli italiani non vuole vaccinarsi e questo porterebbe a non far smettere mai i contagi da Covid. Ecco allora che, spiega Il Messaggero, molti politici hanno chiesto misure straordinarie in merito. Per Alessio D’Amato (Pd), assessore alla Salute del Lazio, sarebbe opportuno renderlo obbligatorio per il bene del Paese. L’onorevole Rosato (Iv) è per l’obbligatorietà ma “con regole persuasive prima che coercitive”. A scendere in campo ci sono però anche gli scienziati, a partire da Guerra (Oms) che in merito all’obbligatorietà ha commentato: “Non subito. Avrebbe l’ effetto contrario e rischieremmo anche di non avere abbastanza dosi. Prima servirà una forte campagna di comunicazione istituzionale, poi una copertura progressiva di gruppi a rischio o esposti e poi vediamo quale sarà la richiesta”. Sul tema si è espresso anche Burioni che ha avvertito: “In Italia l’ atteggiamento della popolazione, inspiegabilmente, appare molto diffidente. Sarà indispensabile fare qualcosa”.

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