Il governo continua a lavorare al piano vaccini anti Covid. Oggi si terrà un incontro molto importante in tal senso. È in programma, infatti, una importante riunione tra il governo, il commissario all’emergenza Covid Domenico Arcuri e alcuni rappresentanti Pfizer per discutere del vaccino contro il coronavirus. La strategia italiana sarà differenziata a seconda del vaccino da distribuire. Nel caso di Pfizer, il prodotto necessita di una conversazione a temperature molto rigide, invece i vaccini prodotti da Moderna e Oxford-AstraZeneca possono resistere a temperature più alte. Secondo quanto riportato da Open, per quanto riguarda Pfizer, il commissario Arcuri, incaricato dal governo anche di mettere a punto la logistica del piano, avrebbe chiesto alla casa farmaceutica statunitense Pfizer di trasportare direttamente le dosi in cento sedi già individuate con le Regioni. Questi luoghi devono necessariamente essere dotati di frigoriferi ad hoc. Stando a Repubblica, alcune Regioni si sono mosse per acquistarli, come il Lazio, mentre altre useranno macchinari già esistenti, come quelli presenti nei centri trasfusionali dei grandi ospedali.
VACCINO COVID, COME ARRIVERÀ IN ITALIA: IL PIANO
Se non dovessero bastare, potrebbero essere requisite strutture industriali. In Puglia, ad esempio, sono state già individuate aree di stoccaggio delle aziende casearie che conservano alimenti a temperature basse. Altri dettagli dovrebbero emergere proprio dopo l’incontro in programma oggi tra i rappresentati di Pfizer, il governo e il commissario Domenico Arcuri. Sarà una riunione importante per capire come arriverà il vaccino in Italia, se in polvere o già nelle siringhe. A tal proposito esperti della Regione Lombardia, come riportato da Open, fanno sapere che cambia molto per decidere poi dove conservarli. «Si parla di un milione e mezzo di dosi, al principio. Significa 150 mila dosi per ciascuno dei cento hub. Un numero che siamo sicuramente in grado di gestire», ha spiegato Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene e assessore in Puglia. Non è trascurabile la questione dei siti in cui effettuare la somministrazione di massa. All’estero sono intenzionati ad allestire grandi spazi, come fiere e stadi. In Italia invece si va verso l’uso di hub ogni 30mila abitanti con la collaborazione di esercito e medici di base.