Un vaccino orale per proteggersi dal Covid. Lo ha sviluppato Oravax Medical, una società nata a marzo dalla collaborazione tra l’azienda farmaceutica israeliana Oramed e l’indiana Premas Biotech. La prima è specializzata nella somministrazione per via orale di terapie a base proteica che sono solitamente inoculate per iniezione, l’altra invece fornisce la tecnologia, quella cioè del Dna ricombinante per la quale c’è l’inoculazione della proteina-antigene riprodotta in vitro. Dopo gli studi sugli animali, i cui risultati hanno mostrato che questo vaccino induce lo sviluppo di anticorpi per immunoglobuline G (IgG) e immunoglobuline A (IgA), necessari per garantire immunità a lungo termine, si è deciso di passare alla sperimentazione umana in Israele. Stando a quanto spiegato dagli scienziati che hanno sviluppato questo vaccino orale, questo attacca tre proteine strutturali del nuovo coronavirus, mentre i vaccini a mRNA sviluppati da Moderna e Pfizer prendono di mira solo la proteina Spike. Nadav Kidron, Ceo di Oramed, ritiene che questo «dovrebbe rendere il vaccino più resistente alle varianti».
Un vaccino in pillole potrebbe risolvere anche il problema della distribuzione, oltre ad essere pratico a livello di somministrazione. La pasticca può essere conservata a temperatura ambiente, non richiede una somministrazione professionale, quindi può essere assunta autonomamente da chiunque lo voglia. A ciò si aggiunge un altro aspetto importante: i farmaci orali tendono ad avere meno effetti collaterali. Anche questo potrebbe aiutare a superare le perplessità di quanti non si sono finora vaccinati.
VACCINO COVID IN PILLOLE: VERSO SPERIMENTAZIONE
La sperimentazione umana in Israele verrà avviata nelle prossime settimane. Sono 24 i volontari coinvolti. Il protocollo è stato approvato dal collegio dei revisori dell’ospedale Ichilov di Tel Aviv (Sourasky Medical Center). Nel frattempo, è atteso il via libera del Ministero della Salute israeliano, la cui autorizzazione è fondamentale. Nella prima fase della sperimentazione metà gruppo assumerà una pillola, l’altro due. Saranno quindi misurati i livelli di anticorpi e altri indicatori riguardanti l’immunità sviluppata. Questa prima fase dovrebbe durare sei settimane circa. Se i risultati saranno positivi, l’azienda chiederà l’approvazione per l’uso di emrgenza in questi Paesi che hanno il più basso tasso di vaccinazione al mondo, come in Sudamerica. Visto che Israele, Stati Uniti e gli altri Paesi più ricchi sono stati i primi a ricevere Pfizer e Moderna (oltre ad AstraZeneca e Johnson & Johnson), Nadav Kidron, Ceo di Oramed, vuole aiutare chi è rimasto più indietro. Quindi, questi Paesi saranno tra i primi a ricevere il vaccino orale.
Invece la start up israeliana MigVax nelle scorse settimane ha terminato con successo i trial preclinici riguardanti una pillola che potrebbe essere usata come “booster”, cioè come richiamo per le persone vaccinate. Dagli studi sugli animali è emerso che produce lo stesso livello di anticorpi neutralizzanti che induce il richiamo per inoculazione.