Nella giornata di martedì 10 gennaio 2023 il Pentagono ha formalmente revocato, mediante una nota stampa ufficiale, l’obbligo di vaccino Covid per le truppe USA, a seguito della legge sulla spesa per la difesa sottoscritta dal presidente Joe Biden, nel quale era contenuta esplicita richiesta di tale provvedimento. Tuttavia, il memorandum firmato dal segretario alla Difesa Lloyd Austin afferma che le politiche permanenti relative ai vaccini rimangono in vigore. Esse includono la “possibilità per i comandanti di considerare, come appropriato, lo stato di immunizzazione individuale del personale nel prendere decisioni di dispiegamento, assegnazione e altre decisioni operative, incluso quando la vaccinazione è richiesta per viaggiare o entrare in una nazione straniera”.
Il Dipartimento della Difesa in una nota ha dichiarato: “La salute e la prontezza delle forze armate sono fondamentali per la capacità del Dipartimento di difendere la nostra nazione. Il segretario Austin continua a incoraggiare tutti i membri del Servizio, i dipendenti civili e il personale delle imprese appaltatrici a vaccinarsi e a sottoporsi al vaccino Covid per garantire la prontezza totale delle truppe USA”.
VACCINO COVID, REVOCATO OBBLIGO PER LE TRUPPE USA
L’obbligo del vaccino Covid per le truppe USA era stato oggetto di contrasti da parte dei repubblicani e di cause legali, nei mesi precedenti, fino a quando Biden, pur non troppo entusiasta da tale provvedimento, ha sottoscritto la legge di cui sopra, con la quale concedeva al Dipartimento della Difesa 30 giorni per revocare il mandato.
L’obbligo vaccinale per le truppe USA ha condotto al congedo di più di 8mila membri del servizio attivo. La nota di “allontanamento” recitava che, per i membri dell’esercito “congedati amministrativamente sulla sola base del fatto che non hanno obbedito a un ordine legittimo di ricevere il vaccino per il Covid-19, il Dipartimento è precluso dalla legge dal concedere qualsiasi caratterizzazione inferiore a un congedo generale in condizioni onorevoli”. Va altresì esplicitato che la maggioranza dei membri del servizio ha rispettato la misura, con una percentuale estremamente elevata (nel memorandum si parla del 96 per cento delle truppe in servizio).