Vaccino Covid, Pfizer e Biontech fanno causa a Polonia e Ungheria per debiti causati dal mancato pagamento delle dosi ordinate. Una denuncia che è partita dalle due aziende, tramite lo studio legale Strelia di Bruxelles e che approderà in tribunale della stessa città il prossimo 30 gennaio. L’accusa è di violazione degli accordi contrattuali e la richiesta di risarcimento ammonta rispettivamente a 5,6 miliardi di zloty, cioè 1,4 miliardi di euro per la Polonia, e di 60 milioni per l’Ungheria che aveva acquistato 3 milioni di dosi in totale del vaccino.
Anche se ancora queste cifre non sono state confermate ufficialmente dalle due case farmaceutiche, fonti citate dal quotidiano Insidepaper hanno rivelato che le pratiche sono in corso su queste basi e soprattutto che l’iter burocratico verrà svolto in Belgio, perchè sede della Commissione, visto che il caso si inserisce nell’ambito del progetto europeo di acquisto congiunto da parte dei vari paesi. Le due nazioni accusate però stanno contrattaccando, se prima la Polonia aveva dichiarato di non voler risarcire le aziende, ora anche da parte del portavoce di Orban arrivano dichiarazioni di difesa per il debito che si è creato.
Pfizer e Biontech contro Polonia e Ungheria per i debiti sui vaccini, i paesi si difendono: “UE ha imposto acquisti esagerati”
Pfizer e Biontech contro Polonia e Ungheria. Un contenzioso che va avanti ormai da un anno e che approderà in tribunale a Bruxelles, in udienza preliminare il prossimo 30 gennaio. Le due nazioni sono accusate di non aver rispettato gli accordi nei contratti di fornitura dei vaccini anti Covid. E di aver creato un debito perchè non hanno pagato le consegne dei prodotti. Ora però dai governi è scattata la difesa, e tutti e due i paesi sono allineati contro le aziende farmaceutiche ma anche contro l’Unione Europea. Hanno dichiarato infatti, che gli ordini di grandi quantità di dosi, esagerate rispetto alla popolazione, sarebbero stati imposti proprio dall’Ue.
Il governo polacco ha informato la Pfizer che non intende pagare, e anche il portavoce del governo ungherese Zoltan Kovacs, in un post sui social media ha lanciato una contro accusa. In questo caso alla Commissione per aver ordinato ai paesi membri l’acquisto di vaccini in quantità inutilmente esagerate. Ricordando anche che questa vicenda può essere insetrita anche in un quadro di collusione tra Ue e Pfizer, per prendere più soldi possibile dalle nazioni. Come dimostrato anche dalla segretezza sui i messaggi riguardanti la trattativa sui vaccini, tra Ursula von der Leyen e Albert Bourla, Ceo di Pfizer.