Anche l’ora in cui vi è stato somministrato il vaccino anti Covid potrebbe incidere sull’efficacia dello stesso. A rivelarlo è uno studio che ha analizzato il siero sviluppato da Pfizer e BioNTech, scoprendo che gli effetti sono diversi a seconda del momento della giornata in cui avviene l’inoculazione. Ad esempio, le dosi somministrate prima delle 16 hanno sviluppato una protezione migliore contro il coronavirus. Se non ricordate a che ora vi siete vaccinati, allora vi conviene far mente locale per capire se siete tra coloro che possono aver sviluppato grazie a questo una protezione migliore. Lo studio israeliano ha correlato, quindi, all’ora in cui era stata somministrata la seconda dose l’efficacia della risposta al vaccino Pfizer-BioNTech, coinvolgendo 1.515.754 soggetti.



Dai risultati è emerso che le persone vaccinate al mattino, o comunque entro le 16, hanno sviluppato una protezione migliore contro il Covid rispetto a chi è stato invece vaccinato nel tardo pomeriggio o la sera. Per l’immunologa Antonella Viola questo studio «ci mostra qualcosa d’importante, qualcosa di cui la medicina ha iniziato a occuparsi solo di recente: che il tempo conta e fa la differenza».



VACCINO COVID E L’IMPORTANZA DELLA CRONOBIOLOGIA

È la cronobiologia a studiare gli effetti del tempo sulle funzioni biologiche. Nel 2017, tre ricercatori ottennero il Premio Nobel per la Fisiologia o la Medicina per la scoperta dei meccanismi molecolari che controllato i ritmi circadiani, che rispondono soprattutto all’alternanza di luce e buio e sono regolati da una specie di orologio biologico interno e si sono evoluti «in risposta ai cambiamenti quotidiani nell’illuminazione solare dovuta alla rotazione della Terra». I ritmi circadiani sono antichi, conservati durante l’evoluzione, esistono in tutti gli organismi multicellulari e in forme di vita unicellulari. Negli esseri umani, e in altri mammiferi, esiste un orologio principale, definito master clock, nel nucleo suprachiasmatico (SCN) dell’ipotalamo: è una sorta di pacemaker che detta il ritmo a tutti gli orologi periferici. Ed è importante per regolare moltissime funzioni, dal ritmo sonno-veglia alla produzione di ormoni, passando al metabolismo, immunità e infiammazione. Tutti aspetti che hanno un impatto diretto su malattie.



Quindi, anche il funzionamento del sistema immunitario ha un ritmo circadiano. Ad esempio, la produzione di citochine infiammatorie ha un picco nella tarda notte e nelle prime ore del mattino. Per questo motivo i ricercatori vogliono capire se esiste un’ora migliore per la vaccinazione, al fine di ottenere il massimo dell’efficacia riducendo al minimo i potenziali effetti avversi. «Lo studio israeliano non è da considerarsi conclusivo né i suoi risultati possono essere facilmente traslati ad altri tipi di vaccini», scrive Antonella Viola su La Stampa. Ma è un passo ulteriore per applicare la cronobiologia alla medicina. «Mi piace immaginare che così come oggi si consiglia di utilizzare i farmaci che abbassano il colesterolo di sera – perché l’enzima su cui agiscono è più attivo la notte – probabilmente tra qualche anno avremo indicazioni precise circa l’orario di assunzione per molti altri farmaci che ora prendiamo genericamente “una volta al giorno”», scrive l’immunologa.