Anche l’Università Statale di Milano a lavoro per un vaccino anti Covid tutto italiano. Lo annuncia Gianvincenzo Zuccotti, preside della facoltà di Medicina, rivelando a Repubblica che stanno per depositare il brevetto per il vaccino. Si tratta di qualcosa di innovativo, perché non è un vaccino a Dna, come quelli di Pfizer e Moderna, né usa l’adenovirus, come nel caso di AstraZeneca e Sputnik V. Per questo viene definito «qualcosa di innovativo, che non segue le tecniche usate fino a oggi». Zuccotti ai microfoni di Repubblica ha spiegato che questo vaccino potrebbe raggiungere più facilmente le parti del mondo più povere, «perché può essere conservato più facilmente», ma non fornisce altre informazioni in quanto deve prima depositare il brevetto.
Riguardo la sperimentazione, Gianvincenzo Zuccotti rivela che è stata completata la fase in vitro, quindi sono cominciati i test sugli animali. «Una volta depositato il brevetto, cercheremo un’azienda che voglia svilupparlo e si passerà ai volontari». Se si trova un’azienda disposta a partire subito con uno studio, entro la fine del 2021 si possono avere già i risultati.
IN ARRIVO IL VACCINO DELLA STATALE DI MILANO
Gianvincenzo Zuccotti è convinto che se si fosse investito allo stesso modo per il cancro e altre malattie, a quest’ora le avremmo già sconfitte. «La scienza non va ricordata solo nell’emergenza», dichiara il preside della facoltà di Medicina dell’Università Statale di Milano, secondo cui bisognerebbe certificare tutti quelli che sono stati vaccinati e coloro che hanno avuto la malattia per consentire ad una fetta della popolazione di ricominciare a vivere. Ma la Statale di Milano non ha lavorato solo al vaccino. Si è lavorato al tampone salivare molecolare, sovrapponibile a quello naso-faringeo. Basta mettere in bocca del cotone e poi inserirlo in un contenitore sterile da consegnare ai laboratori, quindi uno strumento utile per i bambini. In Francia il ministro della Salute lo ha reso gratuito per tutti. «Qui, nonostante la nostra attività documentata da tempo, nulla. Ed è un peccato perché in un momento in cui c’è bisogno di liberare personale per le vaccinazioni», conclude Zuccotti.