Cosa accade quando due genitori non riescono a trovare un’intesa sul vaccino anti-Covid destinato alla figlia? Semplice, la palla passa al giudice. Il punto è che la giustizia nostrana, troppo spesso farraginosa, impiega troppo tempo a esprimere il proprio parere. Così, come accaduto a Bologna, i giudici della Corte d’Appello hanno scelto di decidere sulla sorte vaccinale di una 13enne esattamente tra un anno, il 24 febbraio 2023, mandando su tutte le furie il padre dell’adolescente (favorevole alla somministrazione): “Aspettare tanto potrebbe generare gravissime conseguenze sulla salute di mia figlia e rendere addirittura vano il presente giudizio”, ha amaramente commentato l’uomo sulle colonne di QN.
Il genitore ha spiegato di avere provato a convincere la giovane a vaccinarsi, ma si è detto convinto del fatto che gli otto mesi vissuti dalla ragazzina esclusivamente con la madre siano paragonabili a “un lavaggio del cervello“, tanto che neppure la pediatra sarebbe riuscita a sbloccare la situazione. Per questo, in autunno ha optato per le vie legali: “L’opposizione materna alla vaccinazione – hanno scritto il 2 novembre i giudici della prima sezione civile del tribunale felsineo – si fonda essenzialmente su tre rilievi: il rifiuto espresso dalla minore di sottoporsi all’inoculazione del vaccino; la non conoscenza, allo stato, degli effetti collaterali; il grave rischio a cui sarebbe inutilmente sottoposta la ragazzina, trattandosi di un vaccino ancora in fase sperimentale. Per questo è imprescindibile valorizzare la volontà della tredicenne”.
VACCINO ALLA FIGLIA, IL PADRE: “COME PUÒ UNA 13ENNE AVERE LA MATURITÀ NECESSARIA PER DECIDERE SE VACCINARSI O MENO?”
Secondo i giudici, insomma, la 13enne “deve ritenersi pienamente capace di discernimento, in grado di manifestare opinioni in merito e ciò che le sembra più opportuno e di esprimere desideri confacenti al proprio benessere“. Il ricorso del padre è stato quindi rigettato, ma lui non ha desistito e ha presentato reclamo in Appello per tutelare la salute della figlia e mantenere viva la speranza che si sottoponga al vaccino: “Una 13enne non può avere la maturità necessaria per decidere se vaccinarsi o no – ha aggiunto ai microfoni di QN -. Purtroppo questa maturità non ce l’hanno neppure tanti adulti, come la di lei madre no vax, i quali rifiutano il vaccino sulla base di improbabili fake news e teorie antiscientifiche”.
Il caso, come anticipato, sarà discusso solo il 24 febbraio 2023, ma il genitore ha provato a chiedere l‘anticipo dell’udienza, in quanto “è fatto notorio e decisamente allarmante la recrudescenza pandemica in atto, soprattutto tra gli adolescenti e attendere oltre un anno potrebbe avere conseguenze gravissime”.