Dopo il via libera dell’Aifa ad inizio febbraio alla sperimentazione del vaccino italiano Covid-eVax ora è giunto il grande momento del primo test su uomo con la partenza domani lunedì 1 marzo all’Ospedale San Gerardo di Monza: sarà un 21enne il primo volontario che si sottoporrà alla dose da 0,5 mg dell’e-Vax, il vaccino anti-Covid sviluppato dalla società “Takis” di Roma tramite la Rottapharm Biotech di Monza. A differenza degli altri vaccini, come pure il Reithera, il vaccino italiano e-Vax utilizza una piattaforma a Dna e viene inoculato con un elettroporatore: si tratta di uno strumento che dà una certa scossa che permette al frammento genetico iniettato di entrare nelle cellule e riprodursi.
Come spiegava l’Aifa dando il via libera alla fase 2 lo scorso 4 febbraio, il COVID-eVax è basato su un frammento di Dna iniettato nel muscolo che promuove la produzione di una porzione della proteina ‘spike’ del coronavirus Sars-CoV2, stimolando una forte reazione immunitaria contro il virus. «Abbiamo condotto uno studio con l’elettroporatore: volevamo testare i sintomi della procedura, per poter fornire poi ai soggetti che saranno arruolati nella sperimentazione i maggiori dettagli possibili. Io stessa mi sono sottoposta alla procedura, per essere in grado di spiegare al meglio cosa si prova», ha spiegato in una nota Marina Cazzaniga, direttore del centro di ricerca.
LE NOVITÀ DEL VACCINO E-VAX
L’e-Vaz è già conosciuto come il vaccino ideale per le varianti in quanto progettato proprio per potersi modificare a seconda delle varianti di Covid-19 che emergono di continuo: «C’è infatti la possibilità di modificarlo adattandolo alla emergenza di varianti del virus non sensibili ai vaccini attuali», ha sottolineato Paolo Bonfanti, direttore della Clinica di Malattie infettive del San Gerardo. A differenza di Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Johnson&Johnson, il vaccino della Takis resta stabile a temperatura ambiente e può essere somministrato molte volte nel caso in cui le vaccinazioni debbano essere ripetuto ogni anno nel prossimo lustro.
Come spiegano la Takis e la Rottapharm, dopo la prima vaccinazione servono 2 giorni per vedere se vi sono effetti collaterali sul primo volontario sano e a quel punto partiranno le dosi anche per altri 2 volontari, mentre dopo altri 2 giorni l’operazione si ripete per altri 3. In tutto saranno 20 le persone coinvolte in questa fase, cui seguiranno le sperimentazioni allo Spallanzani di Roma e al Pascale di Napoli: «Stessa procedura si seguirà poi per dosi maggiori (in tutto ne vengono sperimentate tre diverse, la massima da 200 milligrammi, che non dovrebbe richiedere il richiamo)», sottolinea l’Ansa. Come aveva spiegato Luigi Aurisicchio, amministratore delegato e direttore scientifico di Takis, dopo l’ok dell’Aifa «il vaccino a Dna è economico, non ha bisogno di complesse formulazioni, può essere prodotto in larga scala e non ha necessita’ della catena del freddo. Ma soprattutto la vaccinazione può essere ripetuta nel tempo per aumentare e mantenere la risposta immunitaria e la sua flessibilità consente di essere facilmente adattata contro le nuove varianti del virus che stanno emergendo, qualora queste dovessero diventare resistenti alle attuali terapie vaccinali e agli anticorpi terapeutici»