Fabrizio Pregliasco, noto virologo, è intervenuto nella serata di venerdì 11 giugno 2021 nel corso della trasmissione “Stasera Italia”, durante la quale ha detto la sua in merito a numerose tematiche, non ultima quella relativa allo sviluppo di un vaccino italiano contro il Coronavirus, per il quale c’è grande attesa. Un’attesa, tuttavia, che dopo lo stop nei finanziamenti subìto da Reithera, pare destinata a protrarsi per un periodo di tempo non meglio precisata e che, presumibilmente, potrebbe essere spezzata da uno studio interessante e innovativo, di cui lo stesso Pregliasco ha dato notizia ai telespettatori del programma di Rete 4 condotto da Barbara Palombelli.



In particolare, si tratta di un lavoro di ricerca eseguito “dai colleghi della Statale di Milano e di Siena circa un nuovo approccio, al momento limitato a indagini pre-cliniche”. La pandemia di Coronavirus, ha poi rammentato Pregliasco, si è rivelata “determinante” per sviluppare vaccini di altro tipo, in quanto la vaccinazione imperniata sul meccanismo m-Rna “era già in pancia da anni e i finanziamenti e l’industria del virus hanno permesso di svilupparla e di portarla a compimento”.



FABRIZIO PREGLIASCO: “VACCINO ITALIANO? FORSE L’AVREMO PER I RICHIAMI”

Fabrizio Pregliasco a “Stasera Italia” ha poi affermato come il vaccino italiano difficilmente sarà disponibile nel breve periodo e che, forse, si potrà avere soltanto quando dovranno essere effettuati gli eventuali richiami tra le persone vaccinate. Va rammentato, a tal proposito che la Corte dei Conti ha stoppato i contributi al vaccino Reithera in quanto il progetto di investimento proposto era inconciliabile con la condizione posta dall’articolo 15, comma 1, del DM 9 dicembre 2014, secondo cui le spese sono ammissibili “nella misura necessaria alle finalità del progetto oggetto della richiesta di agevolazioni” e non, come invece risulta dal progetto presentato, per le finalità generali – produttive o di ricerca, anche per conto terzi – perseguite da ReiThera,né per le ancor più generali finalità di rafforzare la consistenza patrimoniale dell’impresa. In particolare, “il progetto di investimento produttivo non può riguardare l’intero complesso aziendale, ma solo determinate unità produttive”.

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