Sarà disponibile a partire dal mese di marzo il vaccino anti covid firmato dalla multinazionale americana Johnson e Johnson. Dopo Pfizer/BioNTech, Moderna, e AstraZeneca (a breve arriverà l’approvazione dall’Ema), un nuovo medicinale concorrerà nella lotta per combattere il coronavirus a partire dalla prossima primavera. La notizia è significativa in quanto il vaccino di Johnson e Johnson è uno di quelli che sono stati selezioni dall’Unione Europea per la distribuzione, e che andrà appunto ad aggiungersi al nutrito gruppo di cui sopra.



Entro la fine di questo mese, come ha spiegato Paul Stoffels, chief scientific officer della compagnia, ai microfoni del New York Times, giungeranno i test clinici definitivi, quelli della fase 3, dopo di che si partirà con la produzione delle dosi e il vaccino verrà messo in circolo: «I risultati finali dei test clinici arriveranno a fine gennaio o inizio febbraio – le parole di Stoffels – se i dati saranno positivi e l’Fda autorizzerà il vaccino speriamo di iniziare a contribuire alle vaccinazioni a marzo».



VACCINO JOHNSON E JOHNSON DA MARZO: EFFICACIA PARI O SUPERIORE ALL’80%

Non sono stati rispettati i tempi prestabiliti, visto che il vaccino di Johnson e Johnson contava di iniziare la produzione già alla fine di febbraio (si parlava di 12 milioni di dosi), ma comunque, anche se con qualche settimana di ritardo, il vaccino anti covid arriverà. Al momento, stando ai risultati delle prime due fasi di test, si parla di un’efficacia pari o superiore all’80%, ed inoltre, il vantaggio di questo farmaco è dato dal fatto che sarà monodose, di conseguenza, una volta ricevuto, si sarà immuni e non servirà un secondo richiamo come invece serve al momento per Pfizer/BioNTech e Moderna: stando ai risultati della Fase 1, pubblicati sul New England Journal of Medicine, dopo un mese dalla somministrazione il 90% dei soggetti ha sviluppato gli anticorpi protettivi. L’azienda “prevede di presentare una richiesta di autorizzazione – conclude Stoffels – per l’uso in emergenza alla Food and Drug Administration degli Stati Uniti poco dopo, cui seguiranno altre richieste di autorizzazione in tutto il mondo”.

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