I primi dati ufficiali sul vaccino ad mRNA contro il cancro, in particolare quello della pelle chiamato melanoma, sembrano essere veramente incoraggianti. Sviluppata soprattutto durante la pandemia da coronavirus, la tecnologia ad mRNA messaggero sta piano piano facendo degli importantissimi passi avanti, aprendo a tutta una nuova fase di studi e possibilità cliniche che prima sembravano essere quasi inimmaginabili.



In particolare, la possibilità di combattere il melanoma grazie ad una semplice iniezione di un vaccino ad mRNA sarebbe veramente avanguardistica, riducendo la mortalità di uno dei tumori più diffusi al mondo. Domenica è stato presentato, infatti, il risultato del primo trial clinico su questa particolare tecnologia, che prevederà il confezionamento su misura di vaccini specifici per ogni persona che ne farà richiesta. Dai dati presentati da Moderna e Merck, che stanno sviluppando il più promettente vaccino ad mRNA contro il melanoma, emerge come il 44% dei 107 volontari ha registrato una riduzione del rischio complessivo di morte e recidiva. Solamente il 22% di loro (ovvero 24 persone) ha sviluppato nuovi tumori, dato che nei volontari trattati senza vaccino è, invece, pari al 40%.



Come funziona il vaccino ad mRNA contro il melanoma

Insomma, molto presto potremo probabilmente mettere le mani sul primo, vero, vaccino ad mRNA contro il melanoma, mentre le stesse Moderna e Merck hanno annunciato di essere intenzionate a proseguire i trial clinici. Ora, infatti, occorre allargare il numero di partecipanti alla seconda fase dello studio, ma sembra che le due aziende siano intenzionate anche ad aprire una seconda sperimentazione sul cancro ai polmoni.

Concretamente il vaccino ad mRNA contro il melanoma punta non tanto a prevenire l’insorgenza di tumori, quando a contrastarli una volta diagnosticati. Andrebbe, insomma, ad agire sulle metastasi che potrebbero svilupparsi nei pazienti dopo la prima rimozione delle cellule tumorali, aumentando l’aspettativa di vita e riducendo, complessivamente, anche la recidiva nei pazienti oltre lo stadio 2. A livello medico, invece, il vaccino ad mRNA contro il melanoma viene sviluppato specificatamente per il singolo paziente. Durante l’attesa il paziente inizia ad assumere un farmaco, il pembrolizumab, che attiva il sistema immunitario affinché sia pronto ad attaccare le cellule tumorali. Dopo due o tre dosi, poi, si passa anche al vaccino, che costituisce in nove iniezioni complessive, accompagnate sempre dal pembrolizumab, che chiudono il ciclo vaccinale contro il melanoma.