Fin dal primo momento dell’emergenza Covid-19, il sociologo Luca Ricolfi è stato tra i più aspri critici delle scelte improntate dal Governo Conte, ma non ha lesinato frecciate e ‘bastonate’ anche al successivo esecutivo guidato da Mario Draghi sul fronte pandemico: oggi a “La Verità” lo stesso professore valuta molto grave la scelta di non puntare sulle cure anti-Covid, ammettendo che da solo il vaccino «non basta».
Nell’intervista ad Alessandro Rico, il sociologo e saggista definisce «impossibile» il raggiungimento dell’immunità di gregge tanto agognata: per due motivi, in primis per il valore di massima contagiosità della variante Delta che eleva all’87,5% la necessaria copertura vaccinale (dato al momento impossibile senza introdurre l’obbligo dai 12 anni in su, ndr), ma non solo. Spiega Ricolfi: «I vaccini attuali sono leaky, ovvero non immunizzano completamente, come rivelano i numerosi casi di infezione, ricovero e decesso di doppiamente vaccinati». Con un vaccino “leaky” l’immunità non regge e, secondo il professore, rivela l’inconsistenza della narrazione sul vaccino «miracoloso»: «si alimenta l’illusione sull’immunità di gregge? Si sarebbe se no costretti ad ammettere che i vaccini tanto esaltati come miracoli della scienza sono in realtà ben lontani dall’obiettivo di immunizzare effettivamente tutti i vaccinati».
LA FRECCIATA DI RICOLFI: “DRAGHI PEGGIO DI CONTE SU…”
Ma la reale motivazione addotta da Ricolfi punta su ben altro: «se dicessero la verità» sul vaccino, allora si dovrebbe metter che «non è sufficiente e quindi dovrebbero prendersi l’incomodo di varare altre misure, complicate e costose, come la messa in sicurezza delle scuole, delle università, dei mezzi di trasporto». Ricolfi giudica poi la presenza di “no vax”, o anche “ni vax” (indecisi) un sostanziale «alibi perfetto» per il Governo laddove le cose dovessero andare per il verso sbagliato con Green Pass e immunità. Il sociologo giudica pessima la gestione del Governo Draghi su prevenzione trasporti-scuole, e attacca sempre dalle colonne de “La Verità”, «si è fatto un passo indietro, come nel caso del distanziamento di un metro – non obbligatorio – nelle scuole; o delle aule universitarie riempite al 100%; o della saturazione dei mezzi pubblici, su cui non ho visto alcun tentativo di ridurre l’affollamento». Dopo il “caso Menichella” – il paper pubblicato da “La Verità” del fisico Mario Menichella sulle terapie anti-Covid, Ricolfi spiega il perché serva ancora indagare su quelle terapie e non serve “distruggere” chi ne sostiene l’importanza: «le cure domiciliari sono state sistematicamente trascurate, e non possiamo accontentarci di “tachipirina e vigile attesa”. Che poi l’approccio giusto sia il “protocollo Remuzzi”, il “protocollo Bassetti”, il “protocollo Cavanna” o qualche nuovo protocollo ancora da mettere a punto nessuno può ancora saperlo, io meno che mai». Quello che è certo, conclude Ricolfi, è che è stato «gravissimo l’errore» di descrivere i vaccini come l’unica salvezza, «temo che lo pagheremo caro».