Novavax, il vaccino anti-Covid “per gli scettici”, continua a ritardare l’arrivo in Europa dopo gli annunci di fine 2021: oggi una voce ufficiale è arrivata dalla Commissione Ue con il portavoce dell’esecutivo europeo Stefan de Keersmaecker (durante il briefing con la stampa a Bruxelles).

«Ci attendiamo che le prime consegne del vaccino Novavax ai Paesi membri dell’Ue arrivino nella settimana che inizia il 21 febbraio»: il vaccino Nuvaxovid, prodotto dall’azienda farmaceutica Usa Novavax, ha subito già diversi rinvii nelle scorse settimane ma si appresta ora forse definitivamente all’arrivo delle prime consegne nel Vecchio Continente. Come ormai noto, il vaccino a base proteica è molto atteso specie nelle frange di popolazione ancora dubbiosa sui sieri a mRna come Pfizer o Moderna: due dosi previste a distanza di 3 settimane, in Italia è stato scelto da Aifa, Iss e Ministero della Salute di riservarlo per il momento solo per cittadini alle prese con la prima dose, ergo ‘no vax’ o guariti da contagio Covid. I dati disponibili della Cts di Aifa sul vaccino Nuvaxovid hanno mostrato «una efficacia di circa il 90% nel prevenire la malattia COVID-19 sintomatica anche nella popolazione di età superiore ai 64 anni. Il profilo di sicurezza si è dimostrato positivo, con reazioni avverse prevalentemente di tipo locale».



IL RITARDO DI NOVAVAX E IL POSSIBILE ARRIVO IN ITALIA

Lazio, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna ma anche tutte le altre Regioni, si stanno chiedendo da giorni il perché di un ritardo del genere, tenuto conto che le dosi di Novavax avrebbero già dovuto arrivare in Italia in queste ore. Le 3,6 milioni di dosi attese a inizio febbraio ancora non sono state consegnate e dopo l’annuncio della Commissione Ue la sensazione è che a pieno regime si potrà iniziare a vaccinare con Nuvaxovid tra fine febbraio e inizio marzo. Sono in tutto 27 le milioni di dosi attese nel nostro Paese per l’intero 2022: diversi cittadini dubbiosi sull’obbligo vaccinale inserito dal Governo per gli over-50 avevano puntato sull’arrivo ad inizio febbraio del vaccino di Novavax, salvo a questo punto dover ponderare altre scelte in quanto le prime dosi saranno disponibili non nell’immediato. Il siero in arrivo in Europa rientra nella categoria dei vaccini cosiddetti “a subunità proteica”, in quanto composti da frammenti proteici del virus: si tratta di una pratica assai sperimentata da quasi un secolo, per questo motivo considerato “più sicuro” dagli ambienti dubbiosi sull’efficacia dei vaccini in uso fino ad oggi (qui i risultati del rapporto annuale di Aifa sulla sicurezza dei vaccini anti-Covid).



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