«Immaginare il vaccino obbligatorio in una stagione precedente sarebbe stato illusorio, oggi, invece, con più dosi, è una possibilità da valutare. Con le varianti che attualmente circolano nel nostro Paese i vaccini sono tutti utili, funzionano e sono un’arma straordinaria»: così, recentemente, il ministro Roberto Speranza. E attenzione agli sviluppi delle ultime ore, con aperture sempre più importanti dal mondo sanitario, da quello politico e da quello imprenditoriale…



Negli States il presidente Joe Biden ha aperto il fronte del vaccino obbligatorio, imponendo la somministrazione a dipendenti federali e aziende, mentre in Italia si va sempre più verso l’estensione del green pass. Ma, come dicevamo, attenzione alla possibile introduzione dell’obbligo vaccinale: il ministro Renato Brunetta ha evidenziato di essere favorevole e ha indicato la via di un certificato verde per tutti i dipendenti. Da Confindùstria è arrivata una significativa apertura dal presidente Bonomi, mentre diversi esponenti del mondo sanitario intravedono delle difficoltà piuttosto imponenti…



VACCINO OBBLIGATORIO, IL PARERE DEGLI ESPERTI

L’introduzione del vaccino obbligatorio è una decisione politica e autonoma di ciascuno Stato ed è svincolata dalle agenzie, senza dimenticare che l’Ema ha già rilasciato una decisione definitiva, ma l’effettiva realizzazione lascia molti dubbi. Intervenuto ai microfoni di Sky Tg 24, Sergio Abrignani del Cts ha spiegato di essere favorevole all’obbligo vaccinale ma ha invitato tutti a essere realisti: «A patto che si riesca a introdurre l’obbligo con una legge parlamentare in tempi stretti, bisogna poi pensare alla realizzazione: si manderanno infermieri e carabinieri casa per casa?». Anche Massimo Galli non è tra i più ottimisti, come confidato ai microfoni de La Stampa: «La questione è sul tavolo di tutti i Paesi europei. Se venisse imposto sarei d’accordo, perché non ci sono obiezioni ideologiche o costituzionali. Mi pare chiaro che l’interesse collettivo prevalga su quello individuale. L’unico dubbio è pratico: sarebbe politicamente divisivo e poco realistico imporre l’obbligo e farlo rispettare. Allora se fosse così forse sarebbe meglio allargare il più possibile il Green Pass come incentivo a vaccinarsi, magari prevedendo l’eccezione dei guariti anche senza nessuna dose».

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