Proseguono i test sul vaccino da Coronavirus: quello che sta studiando l’Università di Oxford è uno dei più discussi, anche perché il denominato human challenge trial ha suscitato forti polemiche circa la sperimentazione sugli esseri umani. Il rischio è quello di contrarre il virus, dovendo fare uso di respiratori artificiali dei quali non c’è enorme disponibilità. Tra le altre cose non è chiaro se chi decide di sottoporsi ai test sia pagato o meno; ad ogni modo ci sono circa 8000 persone, divise tra Gran Bretagna e Stati Uniti, che hanno accettato di farsi iniettare il vaccino anti-Coronavirus accettando di fare da cavie dell’esperimento, nonostante le controindicazioni. Tra queste persone figura anche Elisabetta Groppelli, virologa del St. George’s Hospital di Londra.
VACCINO OXFORD-POMEZIA, VIROLOGA ITALIANA SI INIETTA SIERO
Il medico italiano fa parte del primo gruppo di volontari: erano in tutto 500 e a loro è stato somministrato il vaccino sperimentale della Jenner Institute di Oxford, in collaborazione con la Advent-Irbm di Pomezia (da cui il nome di vaccino Oxford-Pomezia). E’ già passato un mese dall’iniezione intramuscolo effettuata sul braccio della virologa; due giorni fa la Groppelli è intervenuta a Non è l’Arena, trasmissione in onda su La7, e ha raccontato come stanno andando le cose. “Posso dire di stare molto bene” ha detto, rivelando di non avere mai avuto problemi di sorta. Tuttavia, per i risultati bisognerà aspettare almeno la fine di settembre. “Il corpo umano ha bisogno di almeno due settimane, ma anche tre o quattro, per produrre anticorpi” ha aggiunto.
Gli esami del sangue cui la virologa Elisabetta Groppelli sarà sottoposta in questa prima settimana dovrebbero già fornire qualche indicazione, e dunque potremmo avere qualche interessante risposta circa la positività del vaccino; sarebbe chiaramente una scoperta importante che potrebbe accelerare la lotta al Coronavirus. Intanto però, anche se come detto i tempi di attesa per i riscontri definitivi superano ancora i tre mesi – tante altre persone dovranno essere testate dallo studio Oxford-Pomezia – la produzione del vaccino è già iniziata: i ricercatori vogliono evitare di arrivare impreparati a una seconda ondata di pandemia, che in molti sostengono possa scoppiare in autunno. Staremo dunque a vedere se arriveranno notizie positive a breve.