Vaccino future pandemie “in 100 giorni”

La Coalition for Epidemic Preparedness Innovations pubblicherà un progetto pratico per sviluppare un vaccino contro un ipotetico nuovo virus entro 100 giorni, in meno di un terzo del tempo impiegato per produrre vaccini Covid-19 nel 2020. L’organizzazione internazionale incaricata di proteggere dalle pandemie ha prodotto un piano che mostra come “la missione di 100 giorni non è solo uno slogan o uno strumento per la raccolta fondi”, ma una proposta pratica. Ad affermarlo è stato l’amministratore delegato di Cepi Richard Hatchett. Il piano è stato preparato attraverso la ricerca e la consultazione con organismi sanitari internazionali, aziende produttrici di vaccini, scienziati e regolatori, come spiega il Financial Times.



Cepi, che lavora tramite una partnership tra governi, enti di beneficenza e industria, è stata istituita nel 2017 e mira a raccogliere 3,5 miliardi di dollari per il programma quinquennale che consentirà di potenziare lo sviluppo e la produzione di vaccini contro un virus emergente con una potenziale pandemia, in meno tempo possibile. L’obiettivo della Coalition for Epidemic Preparedness Innovations è quello di avere un vaccino che abbia superato le prove iniziali e sia stato approvato per l’uso di emergenza entro 100 giorni dalla comparsa del virus e dal suo riconoscimento come minaccia di pandemia da parte degli scienziati. Secondo Cepi, al momento la produzione più veloce è stata di 326 giorni intercorsi tra quando gli scienziati cinesi hanno riconosciuto il genoma virale Sars-Cov-2 nel gennaio 2020 e l’approvazione del vaccino BioNTech/Pfizer nel dicembre successivo.



Future pandemie, così si può sviluppare un vaccino velocemente

Il lavoro di sviluppo iniziale dovrebbe poter iniziare molto prima che un virus sia riconosciuto come emergenza sanitaria, ha spiegato l’amministratore delegato Hatchett. “Una volta che un nuovo agente patogeno ha dimostrato un certo grado di trasmissione da uomo a uomo e alcune prove di gravità, devi iniziare. Quei primi investimenti sono relativamente piccoli, diversi milioni di dollari, e non ti impegnano a spendere centinaia di milioni il primo giorno.” Cepi prevede cinque aree principali di innovazione che saranno necessarie: “creazione di librerie di prototipi di vaccini per le famiglie di virus che hanno maggiori probabilità di causare una pandemia; preparare reti di sperimentazioni cliniche da mobilitare rapidamente quando necessario; trovare marcatori biologici per dare un segno precoce di risposta immunitaria a un vaccino; creazione di strutture di bioproduzione che possano passare rapidamente alla produzione di un prodotto pandemico; e rafforzare la sorveglianza globale delle malattie”, spiega il Financial Times.



Secondo Richard Hatchett, “Sarà essenziale una sorveglianza globale completa per identificare rapidamente i potenziali rischi, insieme a continui investimenti in diagnostica, produzione e capacità di sviluppo clinico in tutto il mondo”. Anche l’Organizzazione mondiale della sanità ha avviato un processo per aggiornare il suo elenco di “patogeni prioritari” che rischiano di causare una pandemia. “Sarebbe estremamente improbabile incontrare una famiglia di virus completamente nuova, e il primo agente patogeno che ne emerge ha un potenziale pandemico”, ha affermato Hatchett.