Inizialmente si riteneva di poter estrarre cinque dosi di vaccino Pfizer-BioNTech da una fiala, poi con le siringhe di precisione è stato possibile arrivare a sei, ma ora arriva una importante novità. In alcuni casi si possono estrarre addirittura 7 dosi. Ci sono riusciti in Veneto grazie alle siringhe di precisione acquistate da Azienda Zero, ente della sanità regionale. La pratica è stata sdoganata nel Bellunese, puntando in primis sulla matematica. «Ogni flacone Pfizer contiene 0,45 ml di prodotto da diluire con 1,8 ml di soluzione fisiologica, per un totale di 2,25 ml di liquido da somministrare. Dividendo 2,25 ml per 0,3 ml (la quantità di una dose) il risultato è 7,5», spiega Sandro Cinquetti, responsabile del servizio igiene e sanità pubblica dell’Ulss, a la Stampa.



Non sempre però è possibile. «Quando lo facciamo è perché siamo certi di avere la quantità di liquido necessario, quindi 0,3 ml. A volte, nell’estrazione, si perde qualcosa, e allora ci limitiamo alle 6 dosi», precisa poi. Della possibilità di estrarre 7 dosi si sono accorti subito in Veneto e con il via libera dell’Aifa si sono mossi in tal senso laddove possibile.



VACCINO PFIZER, SECONDA DOSE 3 MESI DOPO POSSIBILE…

Alla notizia sulle dosi si aggiunge quella sulla somministrazione. Un team di ricercatori della University of East Anglia, nel Regno Unito, ha analizzato uno studio condotto su 500mila persone vaccinate con Pfizer in Israele scoprendo che il vaccino è efficace dopo una singola dose, con una efficacia del 90%, ma dopo circa tre settimane. Questa analisi, però, non fornisce indicazioni riguardo il grado di efficacia se la seconda inoculazione viene ritardata, né quanto dura la protezione con una sola dose a partire appunto dalla quarta settimana.



Tenendo però conto che i livelli di anticorpi sono stabili per almeno sei mesi, gli scienziati ritengono che la prima dose di vaccino Pfizer possa essere altrettanto efficace fino al secondo richiamo a 12 settimane dalla prima dose. Questo, quindi, potrebbe permettere di far slittare la seconda inoculazione a tre mesi dopo la prima, permettendo così di coprire nel frattempo un maggior numero di persone. Ed è su questo che stanno ragionando gli scienziati nel Regno Unito.