Pfizer e BioNTech sono in ritardo sulla tabella di marcia per la sperimentazione del vaccino aggiornato contro Omicron 5. I test, come rivela Il Messaggero, non sono neanche iniziati. Quello che dovrebbe essere il vaccino aggiornato contro la sottovariante, che secondo le prime stime sarebbe dovuto essere messo sul mercato a settembre, sembra slittare: bisognerà aspettare diverse settimane in più rispetto alle prime previsioni.



Le due aziende hanno infatti comunicato che il via ai test clinici al vaccino adattato contro le varianti BA.4 e BA.5 di Omicron arriverà nelle prossime settimane, con l’obiettivo di distribuirli non prima di ottobre. Si tratta comunque di una previsione ottimistica che potrebbe non essere rispettata: è possibile infatti che la data slitti ancora, arrivando dopo la risalita dei contagi. Intanto le due aziende hanno già chiesto all’Ema il via libera per il vaccino bivalente basato sul virus originario e su Omicron BA.1.



Vaccino Pfizer aggiornato: quando arriverà

L’azienda tedesca BioNTech, che ha tenuto una conferenza stampa per annunciare i risultati finanziari relativi al secondo trimestre e alla prima metà del 2022, ha aggiornato anche sui programmi che sta portando avanti insieme all’azienda americana Pfizer. Si sta lavorando sul vaccino bivalente basato sul virus originario e su Omicron BA.1: per questo è già stato chiesto il via libera all’Agenzia europea del farmaco Ema. Non solo questo, però: le due aziende avvieranno in questo mese i test clinici anche su un vaccino bivalente che avrà lo scopo di combattere Omicron BA.4 e BA.5. Per entrambi i prodotti “prevediamo di poter iniziare a fornire vaccini adattati a Omicron già in ottobre, previa approvazione normativa”, ha spiegato BioNTech.



BioNTech ha conosciuto uno sviluppo importante nella prima metà del 2022: vendite in crescita del +30% rispetto ai primi 6 mesi del 2021. Nel secondo trimestre, invece, le vendite hanno fatto registrare un calo del 40% rispetto allo stesso periodo del 2021. Una discesa che BioNTech attribuisce allo “sviluppo dinamico della pandemia, che porta a un rinvio degli ordini e quindi a fluttuazioni nelle vendite trimestrali”.