Sta creando non pochi grattacapi al nostro Paese l’annuncio dei ritardi nella consegna delle nuove dosi di vaccino Pfizer, dal momento che, stante la situazione attuale, alcune regioni corrono il rischio di restare senza vaccini e di non poter procedere con i richiami, che devono essere effettuati 21 giorni dopo la prima inoculazione. Alcuni dati statistici sono riportati da “Il Sole 24 Ore”, che spiega come il Lazio abbia subìto una decurtazione del 30% delle dosi previste, ma peggio è andata ad altre regioni d’Italia: la Provincia autonoma di Trento ha registrato un -60% di dosi, a Bolzano il taglio è stato del 57%, mentre Friuli-Venezia Giulia e Veneto si attestano rispettivamente a -54% e -53%.



Il colosso farmaceutico – scrive il quotidiano – avrebbe garantito il recupero del gap entro il 15 febbraio, annunciando già dalla prossima settimana un graduale ritorno alla normalità. Nei prossimi giorni è atteso anche un nuovo lotto di Moderna, con 66mila dosi”. Nella speranza, a questo punto sempre più necessaria, che il 29 gennaio l’Ema autorizzi la messa in commercio del vaccino di AstraZeneca.



VACCINO PFIZER IN RITARDO, IN LOMBARDIA SLITTA LA SECONDA FASE

In Lombardia la situazione non è delle migliori: come dichiarato a “Il Sole 24 Ore” dal coordinatore della campagna vaccinale nella regione, Giacomo Lucchini, “sappiamo che dobbiamo modificare la programmazione, rallentando le prime dosi per garantire a tutti il richiamo. I ritardi nelle consegne di Pfizer sposteranno la fine della prima fase dal 28 febbraio all’11 marzo. Inoltre, “a causa dei ritardi di Pfizer nelle consegne, questa settimana la Lombardia avrà 20mila dosi in meno ,che diventeranno 25mila la prossima e nessuna certezza su cosa succederà nelle prossime”. Le cose non vanno meglio in Puglia, che si è vista tagliare il 38% dei flaconi e aspetta un nuovo colpo di cesoia per il 25 gennaio. -36% per la Toscana, ma nonostante questo handicap non ci saranno ritardi nella seconda somministrazione, secondo quanto assicurato dall’assessore regionale alla Sanità, Simone Bezzini: “In via precauzionale avevamo proceduto all’accantonamento di un terzo delle dosi, per utilizzarle per la seconda somministrazione”. Prevenire è sempre meglio che curare: parlando di vaccini, poi…

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