Dopo l’ok della Fda lo scorso 30 ottobre al vaccino Pfizer per i bambini 5-11 anni, nella notte americana è arrivato il via libera anche dal CDC (Centers for Disease Control and Prevention – Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie): con questo ultimo iter approvato, è possibile ora cominciare la nuova fase della campagna di vaccinazione attesa da molti genitori americani. Non solo, il via libera negli States potrebbe far procedere nelle prossime settimane la medesima direzione anche per l’Ema in Europa.



745mila vittime totali negli Usa, con contagi a circa 2 milioni di bambini: per le autorità sanitaria americane, la lotta al Covid ora passa dalla terza dose e l’inizio delle somministrazioni ai 5-11enni. «Il via libera è grande passo in avanti nella nostra battaglia per sconfiggere il virus», ha spiegato ieri il Presidente Joe Biden lasciando la Cop26 di Glasgow, precisando che la campagna di vaccinazione per i bimbi potrà iniziare la prossima settimana (da lunedì 8 novembre). Milioni di dosi Pfizer e dal suo partner Biontech sono già state spediti a studi medici, pediatri e farmacie.



COME FUNZIONERÀ VACCINO AI BAMBINI 5-11 ANNI

Il via libera finale è stato dato dalla direttrice dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, Rochelle Walensky, che ha firmato l’autorizzazione per la somministrazione del vaccino Pfizer-BioNTech a milioni di bambini tra i 5 e gli 11 anni: seguendo le linee guida fissate dalla Fda, viene raccomandato ai pediatri di utilizzare un terzo della dose impiegata per gli adulti. «Sappiamo che milioni di genitori non vedono l’ora di far vaccinare i propri figli e, con questa decisione, raccomandiamo a circa 28 milioni di bambini di ricevere un vaccino contro il Covid-19», sottolinea la direttrice CDC nella nota pubblica, «Come mamma, incoraggio i genitori che hanno domande a parlare con il pediatra, l’infermiera scolastica o il farmacista locale». Come ha raccontato oggi in esclusiva al “Sussidiario.net” il dottor Alberto Oliveti, presidente Enpam (Ente nazionale di Previdenza ed Assistenza Medici), «l’importanza di vaccinare questa fascia di età rientra comunque nell’obbiettivo primario delle autorità sanitarie, ridurre la circolazione del virus e soprattutto delle varianti. Solo così potremo ottenere un risultato stabile e positivo per tutta la comunità». Non solo, la vaccinazione in quella precisa fascia di età – conclude Oliveti – dovrà essere svolta con le specifiche accortezze nella somministrazione: dose ridotta di un terzo del Pfizer, che a sua volta è un terzo e anche qualcosa in meno rispetto al Moderna, «L’affinamento scientifico basato sulle evidenze sta dimostrando come anche una dose più bassa abbia lo stesso effetto immunogenico di protezione e quindi è la dose adatta per i bambini. Il Pfizer, che ha portato il dosaggio a dieci unità vacciniche, è un buon risultato anche in termini di utilizzo corretto delle risultanze scientifiche per noi adattabili in maniera ottimale alle esigenze».

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