Tra lockdown, caos AstraZeneca, “caso Scanzi” e prossimo Consiglio Europeo con Draghi, i media oggi non affrontano quello che invece negli Usa viene considerato ormai come quasi certo: solo “Il Tempo” con il direttore Franco Bechis coglie la portata di quanto si sta preparando negli Stati Uniti circa il vaccino Pfizer e la campagna mondiale di vaccinazioni anti-Covid non solo nel 2021. «Le dosi negli Usa ci sono, e sono ben più di quelle previste nei contratti con il governo americano: si è in sovra-produzione», spiega il direttore, rispondendo così al quesito su perché allora le dosi arrivano ancora col contagocce in Italia e in Europa.



«Il trasporto è perfino meno complicato di quel che si immaginava, perché le nuove dosi prodotte non hanno più bisogno di quella complicata e rigida catena del freddo: resistono 5 giorni in un frigo di casa e due settimane nel freezer casalingo […] Ma le dosi arrivano con il contagocce perché la multinazionale è già sicura che in Usa come da noi e nel resto del mondo sarà necessario un terzo richiamo per fare fronte al moltiplicarsi delle varianti del virus», prosegue Bechis. Non solo terza dose, il piano messo a punto dall’Amministrazione Biden con la conferma delle aziende produttrici dei vaccini vede che dal prossimo 2022 il siero anti-Covid divenga una sorta di routine come è ormai quello anti-influenzale.



IL PIANO USA SUI VACCINI PFIZER

A quel punto, osserva “Il Tempo”, anche il vaccino Pfizer potrà essere venduto a prezzo di mercato (ad oggi solo AstraZeneca vende il proprio siero ad un costo molto basso) facendo di fatto lievitare e non poco gli utili della Big Pharma. Come rivela ancora il collega del “Tempo”, il piano “choc” non è una indiscrezione bensì il contenuto di un incontro a porte chiuse avvenuto a metà marzo con i dirigenti della Pfizer e gli investitori finanziari emerso – doveva infatti rimanere segreto – per la volontà di alcuni azionisti per motivazioni “etiche” in vista della assemblea societaria del prossimo 22 aprile. Frank A. D’Amelio (direttore finanziario e vicepresidente esecutivo della fornitura globale della multinazionale farmaceutica) e Charles E. Triano (vicepresidente senior con delega alle relazioni con gli investitori) nell’incontro su Zoom lo scorso 11 marzo rivelano: «balzo del fatturato 2021 di 15 miliardi di dollari e un aumento dell’utile al netto delle tasse di 3,75 miliardi di dollari».



Ma non è tutto, riporta ancora Bechis citando il report sbobinato dagli azionisti Pfizer: «Con il nostro partner, BioNTech, non abbiamo visto prove che suggeriscano una perdita della protezione che fornisce il nostro vaccino con le varianti conosciute», ha spiegato D’Amelio riflettendo però sulla necessità di aggiornarsi sempre in merito alle varianti. E così Pfizer comunica «Stiamo discutendo negli Stati Uniti e con vari governi la necessità di inoculare una terza dose del nostro vaccino, un richiamo, per allungare la durata della immunità e aumentare l’efficacia contro queste varianti emergenti del virus».

Mentre in Europa si litiga ancora sul piano vaccini, dalla riunione “segreta” di Pfizer emerge che una terza dose agli over 80 sarà obbligatoria nei prossimi mesi e che con ogni probabilità il vaccino anti-Covid sarà di fatto inoculato per sempre: ancora D’Amelio, chiudendo l’incontro, annuncia «In base a tutto ciò che abbiamo visto fino ad oggi, riteniamo che stia diventando sempre più probabile che abbia luogo una rivaccinazione annuale. Molto probabilmente una singola dose (…) Ora in termini di prezzi, fammi vedere se riesco a colpire (…) Ciò in cui crediamo, ciò in cui credo è che mentre passiamo da una situazione pandemica a una situazione endemica, le normali forze di mercato, le normali condizioni di mercato inizieranno a prendere piede. Quindi chiaramente, molto di più nel futuro. Sarà un’opportunità da qui in poi per noi».