Scoppia il caso vaccino Pfizer, con particolare riferimento alla questione richiamo: in queste ore, infatti, Valeria Marino, direttore medico di Pfizer Italia, ha parlato ai microfoni di Sky Tg24, commentando negativamente l’allungamento a cinque settimane del periodo di tempo tra la somministrazione della prima e della seconda dose: “Il vaccino è stato studiato per una seconda inoculazione a 21 giorni. Dati su un più lungo range di somministrazione al momento non ne abbiamo, se non nelle osservazioni di vita reale, come è stato fatto nel Regno Unito. È una valutazione del Cts, osserveremo quello che succede”.
“Come Pfizer – ha proseguito Marino – dico di attenersi a quanto emerso dagli studi scientifici: in questi termini, il siero anti-Covid risulta efficace”. Ricordiamo che nei giorni scorsi era stato proprio il Comitato tecnico scientifico ad aprire alla possibilità di raddoppiare i termini temporali di somministrazione tra la prima e la seconda dose dei vaccini a Rna messaggero, vale a dire quelli marchiati Pfizer e Moderna.
VACCINO PFIZER, MARINO: “NO A RICHIAMO DOPO 42 GIORNI”
Valeria Marino è stata categorica, dunque: il richiamo del vaccino Pfizer deve avvenire dopo 21 giorni dalla somministrazione della prima dose. Il Cts, dicevamo, tuttavia non è d’accordo e parla di 42 giorni, raccomandando tale estensione all’interno di un allegato della circolare del Ministero della Salute, sottoscritto da Gianni Rezza. Nel dettaglio, nel documento si leggono le seguenti parole: “Rimane una quota significativa di soggetti non vaccinati che, in ragione di connotazioni anagrafiche o per patologie concomitanti, sono a elevato rischio di sviluppare forme di Covid-19 marcatamente gravi o addirittura fatali”. Anche Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, sulle frequenze di Rai Radio 1 ha asserito: “Sulla scorta di questa considerazione, pur a fronte di studi registrativi che indicano come l’intervallo tra la prima e la seconda dose dei vaccini a Rna (Pfizer/BioNtech e Moderna) sia di 21 e 28 giorni rispettivamente, è raccomandabile un prolungamento nella somministrazione”. Quale delle due campane suonerà più forte e correttamente? Ai posteri l’ardua sentenza.