Giungono novità dagli USA circa l’elaborazione di un vaccino contro il Coronavirus. Innanzitutto, Donald Trump e la sua squadra amministrativa hanno definitivamente chiuso la porta a una possibile collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, verso la quale lo stesso presidente a stelle e strisce nutre una certa avversione, per via della sua filosofia a suo giudizio oltremodo “Cina-centrica”. “Gli Stati Uniti d’America continueranno a collaborare con i partner internazionali per assicurare la sconfitta del virus, ma non saranno limitati da organizzazioni multilaterali influenzate dalla corrotta Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla Cina”, ha dichiarato a tal proposito Judd Deere, portavoce della White House. Per giunta, stando a quanto notificato alle autorità sanitarie dal CDC, il vaccino potrebbe arrivare a breve ed essere distribuito agli operatori sanitari e a tutte le categorie ritenute a maggior rischio contagio fra la fine del mese di ottobre e l’inizio di novembre. Tempistiche che inducono alla riflessione: e se fosse una mossa elettorale di Trump, viste le votazioni presidenziali del 3 novembre?
“VACCINO NEGLI USA A NOVEMBRE”: TRUMP CONTRO TUTTI
Certo, la scommessa di Donald Trump non è affatto esente da rischi, dal momento che gli Stati Uniti d’America, nazione più colpita al mondo dal Coronavirus (quasi 6 milioni di casi e decine di nuovi focolai disseminati dalla East alla West Coast), hanno scelto di mettersi in proprio nella produzione del vaccino, in merito al quale l’esperto di malattie infettive Anthony Fauci, pur dimostrandosi possibilista, manifesta anche una certa preoccupazione, visto che comunque nelle prossime settimane, tra la festa del Labor Day e la riapertura di atenei e scuole, i contagi potrebbero tornare vertiginosamente a crescere. “Un capitolo particolarmente complesso – riferisce l’agenzia ANSA –: i college che hanno già riaperto sono stati costretti a imporre nuovi limiti stringenti in seguito al balzo dei contagi. E ora la prova del nove è la riapertura delle scuole a New York, l’unica grande città che ha deciso di riavviare le classi di persona”. L’America intera incrocia le dita. Compreso Trump.