Il vaccino contro il Coronavirus potrebbe rappresentare un valido aiuto anche in pazienti con Long Covid? Il quesito ha incuriosito gli studiosi dei Paesi dove la campagna vaccinale è già avanti e sebbene sia ancora troppo presto per giungere a conclusioni certe, anche per via della mancanza di studi sull’argomento, non mancano le ipotesi raccolte dal New York Times. Le testimonianze ad oggi raccolte sono però discordanti. C’è chi tra coloro che è stato colpito dalla sindrome post Covid con sintomi a lungo termine ha riferito di stare meglio con il vaccino e chi, al contrario, non ha riscontrato alcun cambiamento. “Un piccolo numero di persone riferisce di stare peggio”, scrive la testata americana. Anche le testimonianze raccolte dagli esperti sono contrastanti. Il dottor Griffin della Columbia University ha spiegato che il 40% dei suoi pazienti con Long Covid ha riferito che “la stanchezza non è più così forte e che forse l’olfatto sta tornando”.



Di contro il dottor Peluso dell’Università della California ha spiegato che “I partecipanti alla ricerca finora vaccinati sono troppo pochi, per questo non possiamo rispondere all’interrogativo. Ho ascoltato aneddoti, ma ho visto pochi dati”. Un piccolo studio dell’Università di Bristol non ancora sottoposto a peer review ha notato un piccolo miglioramento dei sintomi Long Covid in pazienti immunizzati ma in questo caso il numero di pazienti coinvolti nella ricerca è troppo esiguo per trarre delle conclusioni. Tra quelli vaccinati (44 su 66) non vi è stata alcuna differenza tra vaccini Pfizer e AstraZeneca.



VACCINO RIDUCE SINDROME LONG COVID? LE IPOTESI DEGLI ESPERTI

Tra le ipotesi interessanti rispetto al possibile aiuto del vaccino anti Covid in soggetti con sindrome Long Covid c’è quella sostenuta dall’immunologa di Yale, Akiko Iwasaki secondo la quale se la sindrome Long Covid fosse la conseguenza del fatto che il virus riesce a sopravvivere nell’organismo di alcuni più a lungo all’interno di serbatoi virali, allora il vaccino potrebbe agire eliminando i resti di RNA virale. La stessa esperta ha anche sollevato un’altra ipotesi: se il Long Covid rappresentasse la risposta autoimmune, il vaccino potrebbe ripristinare l’equilibrio fornendo un obiettivo alle cellule ‘deviate’ del sistema immunitario che non andrebbero più ad attaccare l’organismo. Solo ipotesi al momento, che inducono gli esperti a prestare maggiore attenzione al fenomeno al fine di scongiurare che gli effetti di miglioramento siano solo una sorta di effetto placebo.

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