Gli studi sulla Sars potrebbero tornare utili contro il nuovo coronavirus, che provoca la malattia Covid-19. Ne sono convinti i dottori Maria Elena Bottazzi e Peter Hotez, due dei più importanti esperti di malattie infettive del mondo, che guidano un team di ricercatori per sviluppare un vaccino contro il nuovo coronavirus. Si stanno infatti basando sui lavori condotti per la Sars, perché ritengono che l’esperienza acquisita tra il 2011 e il 2016 potrebbe far risparmiare loro tempo prezioso, visto che Sars-CoV-2 è molto simile al suo “predecessore”. «Geneticamente sono molto simili. Anche le loro proteine presentano delle somiglianze per le quali riteniamo che il vaccino contro la Sars possa potenzialmente essere usato per prevenire il Covid-19», ha spiegato la professoressa Bottazzi. Il vaccino per il coronavirus a cui stanno lavorando si basa su un frammento della proteina “spike”, chiamato RBD (receptor binding domain), che il virus usa per attaccare e infettare le cellule umane. Da un loro studio è emerso anche che gli anticorpi sviluppati dalle persone che sono guarite dalla Sars possono legarsi al nuovo coronavirus e neutralizzarlo, anche se non è ancora chiaro se possono fornire una sorta di protezione dal Covid-19.



VACCINO SARS EFFICACE CONTRO COVID-19? LO STUDIO

Per la Sars avevano preparato circa 20mila dosi, rimaste intatte nel loro laboratorio perché nel 2016 l’interesse per i vaccini contro questa epidemia si è azzerato e con esso anche i finanziamenti per test clinici. Ora la dottoressa Maria Elena Bottazzi sta lottando contro la burocrazia statunitense per riuscire a sbloccare quelle dosi e ottenere i finanziamenti per avviare una sperimentazione per il Sars-CoV-2. Non solo i due virus mostrano codici genetici simili e si legano agli stessi recettori sulle cellule umane, ma esperimenti di laboratorio dimostrano che il sangue dei pazienti infettati dalla Sars può neutralizzare il virus che causa Covid-19, motivo per il quale ci sono delle persone che potrebbero avere un’immunità intrinseca. Per questo i ricercatori hanno deciso di riadattare quel vaccino. «Ci siamo resi conto che sono due virus così simili che il nostro vaccino può essere riadattato per questa nuova epidemia», ha dichiarato la dottoressa di origini italiane in un’intervista a Texas Monthly.

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