I tempi, le fasi degli studi e dei test, la casualità che ha portato AstraZeneca a individuare il giusto dosaggio. La trasparenza necessaria, le cautele che occorrerà conservare, e quell’inveterato scetticismo fra la gente. Ieri intanto è risultato che AstraZeneca ha raggiunto l’efficacia al 90% del vaccino di Oxford per una casualità, un errore di dosaggio. Un punto sui vaccini anti-Covid con Roberto Cauda, professore di Malattie infettive all’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Professore, quali sono gli ultimi aggiornamenti sul vaccino?
Bisogna attendere i risultati degli studi, che non mancheranno di esserci. Ci sono gruppi di studio che stanno lavorando alacremente, abbiamo otto vaccini per i quali si sono concluse le fasi uno e due e la fase tre è in corso. È la fase molto avanzata che prelude alla messa in commercio su larga scala dei vaccini. Tutto questo è qualcosa d’importante.
Quanto ci proteggeranno i vaccini?
Saranno più vaccini con caratteristiche diverse. Questi vaccini sembrano dotati di efficacia in termine di produzione di anticorpi e di sicurezza. Tecnologie estremamente moderne hanno consentito di avere un vaccino nel giro di mesi. Sotto l’input della pandemia si è lavorato alacremente, però è la biologia molecolare, il know-how che c’è sulla biologia ad aver consentito di poter disporre dei vaccini dopo nemmeno un anno.
Tempi così ristretti sono compatibili con la sicurezza del vaccino?
Io ho fiducia negli organi di controllo, che sono la Fda negli Stati Uniti, l’Ema in Europa, e in Italia anche l’Aifa. Il tema dei vaccini è un tema molto rilevante, lo era prima del Covid e lo è a maggior ragione per una malattia nuova. L’esperienza c’insegna che la vaccinazione, specie se si riesce a ottenere un livello di protezione del 70% della popolazione, dovrebbe essere sufficiente a ridurre la pressione e la trasmissione del virus. Però occorrerà continuare con le misure di mitigazione.
Perché?
Non avverrà tutto di un colpo, ci sono tempi tecnici legati alla disponibilità, produzione, distribuzione e somministrazione. Occorrerà conservare le misure che stiamo adottando oggi: usare la mascherina e i dispositivi di protezione individuale, evitare gli assembramenti, osservare il lavaggio delle mani e il distanziamento tra le persone. Non è che l’introduzione del vaccino porta alla scomparsa dell’infezione e della malattia, porta a una progressiva riduzione che conduce a sua volta a quella immunità che consente di cambiare le regole del gioco.
Lei si vaccinerà?
Io personalmente sono molto favorevole alla vaccinazione e se ne avrò l’opportunità mi vaccinerò. Andrà fatta una comunicazione molto puntuale. Ci sono comunque per la vaccinazione anti-Covid, così come per ogni altro vaccino, i favorevoli, i contrari e gli indecisi a cui occorre dare più informazioni possibili. Tutti devono essere comunque informati.
Quali i tempi?
Stiamo parlando di qualcosa che esiste e di cui si intravedono risultati buoni o molto buoni. Se ne dibatte nella comunità scientifica da mesi. Manca solo il dossier conclusivo e finale, è stato annunciato e questo è un bene, ma aspettiamo, non dovrebbe esser molto il tempo che passa. I risultati verranno condivisi nella comunità scientifica e soprattutto agli organi regolatori, sulla base di essi gli organi regolatori decideranno cosa fare e, auspicabilmente, daranno il via libera. Si tenga conto che nelle settimane passate la Ema per accelerare i tempi ha iniziato la rolling review: ha chiesto in anticipo i dati a chi produce il vaccino, quello di Oxford per intenderci, per vedere i risultati in termini di efficacia e sicurezza, i due capisaldi per il buon funzionamento.
AstraZeneca ha spiegato che è arrivata al dosaggio ottimale grazie a un errore, lei cosa ne pensa?
Lo hanno detto loro quindi non c’è motivo di dubitare che sia così. Da un punto di vista scientifico io non mi scandalizzo, la scienza va avanti in questo modo. Più che un errore è una casualità, e la casualità porta a risultati. È il dose finding, il trovare il dosaggio ottimale. Non sempre il dosaggio più alto è quello che va bene per tutti, magari ci potrebbe essere l’indicazione di un dosaggio differenziato in base all’età delle persone. Ad ogni modo questa cosa non ha certamente modificato il mio approccio alla vaccinazione. Non è questo che conta, se funziona mezza dose o una.
Perché alcuni gruppi di persone hanno sempre dubbi sulla sicurezza dei vaccini?
È una storia vecchia. Pensi che anche la vaccinazione antivaiolo di Jenner, quella che ha permesso di eradicare il vaiolo dalla faccia della terra, fu guardata con molto sospetto dai contemporanei. Le persone vogliono essere informate, è un’esigenza comprensibile ed è giusto che tutti siano informati. Ci sono squadre scientifiche a lavoro in tutto il mondo e organi che controllano la sicurezza, non stiamo mica giocando con la vita delle persone!
(Emanuela Giacca)