Non c’è pace per Vadim Piccione, il ragazzo originario della Bielorussia trovato morto l’8 luglio 2012 tra la melma del canale Marano di Riccione, dopo una Notte Rosa di eccessi. Per il padre, Giuseppe Piccione, non si è trattata di una tragica fatalità, per questo si è opposto alla richiesta di archiviazione della Procura. E infatti il Tribunale ha disposto nuovi accertamenti, sentendo gli amici e i genitori e rivedendo gli aspetti legati al risultato dell’autopsia, inficiata da errori in camera mortuaria. Il corpo ad esempio fu a lungo lasciato al sole. Ma nelle scorse settimane è stata oltraggiata la lapide con un pesce infilzato e legato con un elastico nero da capelli, proprio sopra la foto del cippo di Vadim Piccione. In gergo criminale ha un significato preciso: è un avvertimento a stare muti, a non parlare. Un segnale in un momento particolare, quello nel quale sono state disposte nuove indagini che potrebbero spiegare cosa è successo a Vadim.



VADIM PICCIONE, MORTO DURANTE NOTTE ROSA A RICCIONE

Quella sera Vadim Piccione uscì con degli amici, perché la fidanzata doveva studiare. Gli amici raccontarono di averlo perso di vista alle 2.30 e di essere tornati a Ravenna senza di lui. «Mi hanno detto che stava male perché aveva bevuto. Si sono allontanati per fare dei bisogni e non lo hanno più trovato», ha raccontato la fidanzata a “Chi l’ha visto?”. La mattina dopo i genitori, che lo avevano adottato a 8 anni, lo hanno cercato, poi due ragazzi notano il cadavere nel canale Marano di Riccione. Ma di cosa è morto? L’aspetto non è ancora chiaro: si parla di morte per annegamento, quindi il caso viene archiviato come incidente. Eppure l’ispezione cadaverica aveva escluso questa ipotesi, perché non fu trovata acqua nei polmoni. Inoltre, si parla di morte 15 ore prima del ritrovamento del cadavere, quindi l’ipotesi consistente è che sia stato lasciato in acqua dopo la morte. E c’è il particolare del cellulare, che ha continuato a squillare: ma come era possibile se era da ore in acqua?



MINACCE SULLA LAPIDE DOPO RIAPERTURA INDAGINE

Ma le anomalie sono diverse: ad esempio sono state trovate escoriazioni sul corpo, il naso poi era storto e aveva un graffio. Il fascicolo è ancora a carico di ignoti, ma il gip ha ordinato di ascoltare alcune persone, come aveva invocato il padre del ragazzo, che ora è amareggiato per la lapide sfregiata. «Vogliono che stia zitto, a qualcuno la riapertura dell’indagine sulla morte di mio figlio dà fastidio. Evidentemente abbiamo toccato corde sensibili. La squadra dei miei avvocati e consulenti è concorde nel credere che si sia trattato di un grave atto intimidatorio», ha dichiarato il padre di Vadim Piccione al Resto del Carlino. Per questo ha sporto una denuncia in questura a Ravenna e chiesto alla polizia municipale di Rimini di visionare i filmati della telecamera di sorveglianza installata sul parcheggio attiguo per individuare l’autore del gesto e le targhe delle auto transitate. A “Chi l’ha visto?” l’appello dell’uomo agli amici del figlio: «Se avete un peso sullo stomaco parlate, fatelo per Vadim, se davvero gli avete voluto bene».

Leggi anche

Million Day: l'estrazione delle 20.30/ Numeri vincenti del 17 novembre 2024