Il notturno di Singapore – che sembra un bel titolo per una rapsodia per orchestra – è arrivato sul Mondiale 2014 di Formula 1 come un vero e proprio fortunale. Almeno per il povero Nico Rosberg che si sentiva – fino a ieri alle due di pomeriggio ora italiana – forte del suo vantaggio sul compagno di squadra Lewis Hamilton e psicologicamente saldo su tale consapevolezza. E’ bastato invece un piccolo chip – almeno così sembra – elettronico a mandare in tilt la sua Mercedes e a costringerlo a segnare un bello zero nella casella dei punti mondiali con conseguenze drammatiche sulla Classifica del Campionato. Già, perché a fronte della sua vettura che non ne voleva sapere di partire da ferma – ma non poteva fare come si faceva una volta nelle macchine comuni e tirare lo starter???? – quella gemella del suo compagno-avversario Lewis filava via come un orologio sapientemente cavalcata dal suo pilota, verso una vittoria tanto facile quanto decisiva. Ora, è vero che la componente sfortuna gioca un ruolo importante, spesso decisivo, nel determinare un risultato sportivo. Ma sarebbe sbagliato analizzare la situazione unicamente sotto questo aspetto: se è indubbio il fatto che a Nico il week-end sia stato particolarmente indigesto, indagando sui numeri si scopre che come si sia trattato del secondo zero del tedesco-finlandese nella stagione contro i tre di Hamilton che, per contro, ha vinto sette volte contro le quattro del suo compagno. Se poi si somma ciò all’evidente nervosismo mostrato da Rosberg a Monza e ad una situazione psicologica che da sempre favorisce chi insegue, la notte di Marina Bay potrebbe aver giocato un ruolo decisivo nel braccio di ferro fra gli alfieri della Mercedes per la conquista del Titolo. A favore di Hamilton. Brodino per i tifosi Ferrari che hanno visto la squadra in una situazione leggermente migliore del solito, complice anche un circuito dove le magagne del motore delle rosse non vengono impietosamente messe a nudo come accadeva nel velocissimo tracciato di Monza. Il quarto posto – come argutamente e simpaticamente puntualizzato dall’inviato della Rai in una domanda a Fernando Alonso: “il solito quarto posto che non è il solito quarto posto” – pur rimanendo solo parzialmente buono come risultato, è figlio di una gara all’attacco che ha visto Fernando essere costantemente davanti alle Williams e in corsa con le Red Bull. Senza l’errore dei box – o se vogliamo la sfortuna – nel momento dell’ingresso in pista dell’immancabile safety car di Singapore, Alonso avrebbe potuto cogliere un secondo posto meritato. Ma attenzione però, non è tutto oro quello che luccica. Come facilmente previsto su queste pagine nelle scorse settimane, la tensione fra l’asturiano ed i nuovi vertici del Cavallino si sta facendo crescente come mostrato dalle scintille con Marco Mattiacci – che per adesso definendosi come “punto di discontinuità” nella conduzione del reparto corse come minimo non si è fatto annoverare nella schiera dei simpatici – e dalle crescenti voci che danno Sebastian Vettel in procinto di sbarcare a Maranello, non si sa bene al posto di chi. Insomma, la “notte dei lunghi coltelli” in Ferrari continua e non finirà molto presto. Io, forse si è capito da un po’, sono con Fernando e sono convinto che si debba ripartire da lui. I vertici della Scuderia pare che non siano d’accordo con me e probabilmente – anche vista la posizione che occupiamo io e loro – hanno ragione. Vedremo. Altri due brevi flash dall’asfalto serale di Singapore. Prima notizia: Vettel ha battuto Daniel Ricciardo. Meno male, perché la pista asiatica è stata da sempre una delle preferite del quadruplo Campione del Mondo che qui aveva vinto le ultime tre edizioni della gara. Magra consolazione però: la sensazione è che la testa di Seb sia già al 2015 e che in un modo o nell’altro – leggi in Ferrari o altrove – la sua strada e quella della coppia Marko-Horner si divideranno.
Seconda notizia: grazie alla strategia delle gomme si è finalmente messo in luce Jean Eric Vergne, quest’anno decisamente vituperato anche al di là degli effettivi demeriti e già defenestrato per la prossima stagione dalla Red Bull/Toro Rosso. La realtà è che con gli ultimi spettacolari giri della sua gara ora in classifica ha più del doppio dei punti del suo quotatissimo baby-compagno Daniil Kvyat. Merita un volante per la prossima stagione. Stessa menzione per Sergio Perez, sempre ottimo sulla Force India e, probabilmente, alla sua miglior stagione in carriera. Sono stati loro due a movimentare una gara sonnacchiosa che ha avuto il suo colpo di scena massima nel giro di prova, quando Rosberg è rimasto al palo. Gli altri hanno svolto il loro compitino senza infamia e senza lode. Come dite? Si, anche Kimi Raikkonen. Che oggi vale l’ottavo posto che ha colto.