Si è spento ieri, 15 maggio, dopo una lunga malattia vissuta con dignità e coraggio, Renzo Zorzi, uno dei più grandi e dimenticati talenti del nostro automobilismo sportivo, da anni direttore della scuola di pilotaggio di Binetto, presso Bari, da lui stesso fondata. Zorzi, originario di Ziano di Fiemme, in Trentino, avrebbe meritato una diversa fortuna in Formula 1, ricevendo dal circus un trattamento decisamente ingusto. A dispetto del suo brillante palmares nelle formule minori, il suo nome viene infatti ricordato solo e soltanto per la sua involontaria partecipazione alla tragica e cruenta morte di Tom Pryce, suo compagno di squadra, durante il Gran Premio del Sudafrica 1977 a Kyalami, uno dei più crudi e crudeli incidenti di tutta la storia delle corse. Fu infatti per spegnere un presunto principio d’incendio sulla Shadow di Zorzi ferma a bordo pista che l’incauto addetto diciannovenne Jansen Van Vuuren attraversò il tracciato, venendo travolto dall’altra Shadow del pilota gallese con conseguenze fatali per entrambi. Pryce fu letteralmente decapitato dall’estintore che il ragazzo teneva in mano e la sua vettura proseguì come un cavallo disarcionato per duecento metri prima di terminare la sua corsa nelle reti. Il giovane ed inesperto commissario era stato tratto in inganno dall’agitarsi di Zorzi nell’abitacolo: aveva pensato che si trattasse per le fiamme che si stavano propagando nella zona del pilota, mentre in realtà l’incendio non c’era e la sua vettura era stata fermata da una banale perdita d’acqua. Zorzi stava cercando soltanto di staccare il tubo che collegava il casco alla bombola dell’ossigeno. Quella drammatica circostanza gli chiuse le porte della Formula 1, vittima di un ostracismo che i team inglesi gli opposero per “espiare” la sua involontaria partecipazione alla morte di Pryce, grande talento britannico. Fu licenziato in tronco senza nemmeno essere avvisato: si ritrovò nei box a Montecarlo il nome di Riccardo Patrese sulla fiancata della sua vettura. Ma Zorzi, a dispetto di ciò, era un talento vero: dopo le ottime prestazioni in Formula 3, categoria nella quale fu il principale sviluppatore del progetto Lancia che portò anche alla straordinaria vittoria nella classicissima gara di Montecarlo del 1975, Renzo ebbe la possibilità di esordire in F1 grazie a Frank Williams nel Gran Premio d’Italia di quello stesso anno. Nel 1977 grazie allo sponsor personale Francesco Ambrosio, discusso “magnate del grano” successivamente coinvolto in vicende poco edificanti ed in una, a quel tempo clamorosa, bancarotta, ebbe un posto da titolare alla Shadow cui l’imprenditore impose un pilota italiano. Già per questo mal sopportato e nonostante un eccellente sesto posto nella seconda uscita stagionale ad Interlagos, Zorzi fu così appiedato dopo la triste vicenda di Pryce. La sua carriera continuò in seguito nelle serie turismo ed endurance, ottenendo un secondo grande trionfo alla 1000Km di Monza del 1979 su una Lola in coppia con Marco Capoferri.