Francesco Vaia, neo direttore della Prevenzione al ministero della Salute e in prima linea nella lotta contro il Covid come all’Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma, è uno degli esperti che in questi giorni sta studiando come contrastare l’aumento dei casi di Coronavirus. Stiamo infatti assistendo ad aumento dei contagi (+43%): per questo è stato diramato un comunicato del dicastero che reintroduce il tampone al momento dell’accesso in strutture come le Rsa con “fragili” o in occasione dell’ingresso nel Pronto soccorso di un ospedale se si presentano sintomi “compatibili” con la malattia da Sars-CoV-2.



Al Sole 24 Ore è stato proprio Vaia a fare il punto sulla situazione: “Non è più il tempo dell’allarme, ma della prudenza e della responsabilità. Riguardo all’aumento dei casi, si tratta di un dato atteso, compatibile con il rientro dalle vacanze, con la ripresa delle attività e con la presenza delle nuove varianti, che come sappiamo, da omicron in poi, determinano maggiore contagio ma minore patogenicità. Come abbiamo spiegato più volte, il virus è cambiato: la malattia grave riguarda oggi prevalentemente i grandi anziani e i fragili. Proprio per questo il ministero della Salute, nell’interesse primario della tutela dei cittadini più fragili, si muove in una duplice direzione: da una parte misure di protezione e prevenzione per la tutela e la sicurezza sia dei pazienti che degli operatori e dall’altra predisposizione di una campagna di vaccinazione annuale e non obbligatoria rivolta soprattutto alle categorie maggiormente colpite dal Covid“.



Vaia: “Vaccini Covid non obbligatori ma…”

Due nuove varianti per il Covid-19: Pirola ed Eris. Secondo Francesco Vaia, “come diciamo da tempo le varianti non devono spaventare, ma sono un fenomeno atteso e dovuto, come sappiamo, all’adattamento del virus all’ambiente al quale tenta di sopravvivere. Nostro compito è quello di studiarle per adeguare gli strumenti che abbiamo a disposizione: vaccini e farmaci”. Per questo, “stiamo predisponendo un piano e un calendario vaccinale che dovrebbe partire in autunno, non obbligatorio, con vaccini aggiornati alle nuove varianti, per garantire la migliore protezione alle categorie nelle quali la patologia si manifesta in forma più grave, ovvero gli anziani e i fragili in generale”.



Il ritorno alle mascherine, però, è al momento un’ipotesi remota: i cittadini, secondo gli esperti, dovrebbero valutare in autonomia le varie situazioni. “Più che di piani, in questo momento dovremmo lasciarci guidare dalla responsabilità e dal buon senso: se una persona ha dei sintomi dovrebbe evitare di prendere la metro o frequentare luoghi affollati. Ma non si può tornare indietro. Siamo in una nuova fase. Ribadisco: dobbiamo puntare sulla responsabilità dei cittadini, che tanta ne hanno dimostrata in piena pandemia” ha concluso Vaia al Sole 24 Ore.