Francesco Vaia, ex direttore generale dell’istituto Spallanzani di Roma e ora nuovo direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, rifiuta il parallelismo tra il caldo estremo di questi giorni e il Covid. “Comprendo il presidente Bonomi quando si preoccupa di lavoratori di fabbriche e uffici. Però è un azzardo tirare in ballo la pandemia – tuona Vaia tra le pagine del Corriere della Sera – Ci sono stati milioni di morti, il mondo ne è stato sconvolto, non si sapeva con quale virus avessimo a che vedere. Una emergenza seria, che abbiamo contrastato con misure eccezionali e con i vaccini”.



In merito al caldo record che sta stringendo l’Italia in una morsa in questi giorni, Vaia sottolinea che “i disastri del caldo sulla salute possono essere prevenuti con più attente politiche sul territorio e credo che le case di comunità in corso di realizzazione potranno costituire un punto di riferimento anche durante le ondate a quaranta gradi. I più colpiti sono gli anziani” ma anche i lavoratori, per i quali “non sarebbe sbagliato prevedere che alcuni lavoratori fragili possano restare a casa. Piuttosto però mi chiederei come mai preferiscono non restare in ufficio” in quanto “il datore di lavoro deve prevenire ricreando ambienti dove la salute sia tutelata. Dentro e fuori. Il lavoro agile è una soluzione tampone”.



Vaia sugli effetti del caldo: “modificare dosaggio farmaci, Regioni organizzino ambulatori territoriali”

Francesco Vaia, direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, per prevenire gli effetti più nefasti dell’ondata di caldo invita a “contattare il proprio medico per verificare se il dosaggio delle terapie prescritte per curare malattie cardiovascolari e neurologiche vada modificato” poiché “certi farmaci andrebbero presi in base alla stagione e le temperature di questi giorni richiedono una verifica perché il caldo è un fattore da tenere presente”.



Sul territorio aggiunge inoltre che “le Regioni devono organizzare ambulatori territoriali proprio per prevenire che la popolazione si scarichi in ospedale. Poi potenziamento della guardia medica e riattivazione delle Uscar, le unità sanitarie di continuità assistenziale, quelle che devono provvedere alle cure domiciliari”. E in merito al Covid Vaia precisa che la pandemia “è finita anche nei numeri”, che sono “così bassi che è difficile avere dati precisi. Ora però pensiamo al prossimo autunno quando sarà importante comunque vaccinarsi”.