La cattiva alimentazione causa ogni anno un numero “sempre crescente di malattie croniche quali diabete, malattie cardio-vascolari, obesità e tumori”. A spiegarlo è Francesco Vaia, dg della Prevenzione del Ministero della Salute, a Il Mattino. Le ricadute sulla sanità pubblica sono numerose: “Il carico di malattia che coinvolge i singoli si ripercuote, a livello di popolazione, sulla salute pubblica e naturalmente sul nostro servizio sanitario nazionale che si trova particolarmente affaticato dalle due grandi transizioni epidemiologiche che coinvolgono la nostra popolazione”.
Si tratta del “progressivo invecchiamento e la diffusione delle patologie croniche, che richiedono un’assistenza a lungo termine con gravi e sottovalutati effetti negativi, economici e di sistema”. A detta del direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, “è ormai dimostrato che una sana alimentazione incida in modo importante sulla possibilità di evitare lo sviluppo di malattie, di controllarne l’evoluzione al al contrario provocarne l’insorgenza”. Tra le patologie croniche associate ad una cattiva alimentazione, l’obesità rappresenta un fattore di rischio per altre malattie come diabete di tipo 2, ipertensione e iperlipidemia.
Vaia: “Buona alimentazione è fondamentale”
Secondo Francesco Vaia, dg della Prevenzione del Ministero della Salute, bisogna intervenire “con un approccio sistemico, che consideri la buona alimentazione – penso soprattutto a quella mediterranea – come un elemento culturale, frutto quindi anche dell’educazione ricevuta. In questo senso, è fondamentale il coinvolgimento della scuola e della famiglia, per una virtuosa alleanza educativa delle nuove generazioni alla sana alimentazione, che è una delle forme più efficaci di prevenzione primaria, in quanto le abitudini assunte in giovane età avranno effetti per tutta la vita dell’individuo”.
Per questo motivo, “partirà presto un progetto nelle scuole per gli stili di vita salutari, coinvolgerà le scuole primarie come primo step sarà coordinato dal ministero della salute con il supporto indispensabile di esperti nutrizionisti, già al lavoro. Subito dopo interesserà le Rsa e le comunità per anziani”. In conclusione, un monito da parte di Vaia: “Per la prevenzione non è mai troppo presto, né troppo tardi, né abbastanza: al di là della visione ragionieristica il vero risparmio è soprattutto in termini di guadagno della salute della popolazione. E su questo non c’è spesa che tenga. Bisogna spendere il giusto per il bene comune”.