Un post che sa molto più di uno sfogo, ma di un’autentico appello dalla comunità scientifica alle autorità e al Governo affinché si possa davvero ripartire anche convivendo con l’emergenza Covid-19: a scriverlo è Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani di Roma e tra gli esperti in questi mesi di crisi coronavirus tra i più attivi nel lavoro di ricerca per offrire – tra vaccino e terapie anti-Covid – le migliori cure alla popolazione. «Non è il tempo della paura nè del panico ma della responsabilità. Leggo negli occhi di tutte le persone che incontro una domanda: che sta succedendo? Davvero sta riprendendo tutto? Adesso che facciamo?», scrive Vaia su Facebook lanciando messaggi molto precisi e dettagliati alle autorità politiche – della Regione Lazio e del Governo, anche senza riferimenti diretti – affinché il prossimo passo sia la ferma decisione su tutti i temi cardine dell’emergenza Covid. «Guai a chi si rende protagonista di messaggi di paura che paralizzano il Paese e rischiano di aumentare le sequele psicologiche, sopratutto a danno dei più giovani», spiega senza remore il professor Vaia.
VAIA (SPALLANZANI): “LA POLITICA DECIDA!”
Non serve la paura terrorizzante – ad esempio nel dire che la situazione sanitaria è al collasso quando, seppur col rialzo dei contagi, i numeri di ricoveri e rianimazione sono per fortuna bassi – ma per Vaia occorre sobrietà, equilibrio, responsabilità e soprattutto «decisioni da prendere ormai non più procrastinabili, questi i nostri temi». La sanità e i tanti settori del Paese che offrono servizi anche durante la pandemia stanno compiendo la loro parte ma per Vaia ora è il tempo di decidere per chi ne ha le veci: «chi deve decidere, decida, rapidamente». Gli esempi fatti sono tanti e tutti peculiari, senza arroganza ma con deciso appello alla politica: serve evitare in primis che si imbarchino nei porti, aeroporti e stazioni «persone positive al coronavirus ma asintomatiche e senza febbre. Un biglietto, un tampone deve essere la decisione, ma rapida! Possibile che non si riesca ad attuare un protocollo, un’intesa tra Stati?», si chiede il direttore sanitario dello Spallanzani. Netto poi anche sulla scuola («Aumentare il numero delle aule scolastiche e gli spazi della socialità») e del tutto contrario allo sfruttamento di spazi in cinema e teatri che invece secondo il professore andrebbero riaperti, non essendoci emergenza: sui trasporti poi, serve «Aumentare e migliorare i mezzi di trasporto pubblico accedendo ai fondi europei». Da ultimo, l’affondo più importante e con più richiami a Palazzo Chigi: «Perché sempre questa logica della emergenza infinita e delle scelte dettate da rincorse affannose alla risoluzione dei problemi quando ormai sono già esplosi in tutta la loro gravità mentre si possono evitare intervenendo a monte? Usciamo dalla paura e dalla paralisi che ne deriva. Usciamo da questo brutto sogno riprendendo in mano la speranza ma anche la capacità decisionale dimostrando nei fatti di essere un grande Paese».