Mentre divampano le polemiche sugli anticorpi monoclonali per l’inchiesta aperta dalla Corte dei Conti sull’Aifa per presunto danno erariale, Francesco Vaia promuove quelli di seconda generazione. Si sono infatti rivelati utili contro la variante Delta. Il direttore dell’Inmi Spallanzani di Roma, ospite di “Elisir” su Rai 3, ha parlato della sperimentazione in corso. «Gli anticorpi monoclonali di seconda generazione sono molti forti contro la variante Delta, la distruggono». L’idea è di destinarli alla cura delle persone affette da Covid «nei primi giorni di malattia, nei soggetti sani che però hanno avuto problemi di immunità vaccinale o di pazienti oncologici che non hanno sviluppato anticorpi».



Per Francesco Vaia questi anticorpi monoclonali «saranno in futuro una strategia preventiva e questa è la vera rivoluzione». Ma questi anticorpi monoclonali di seconda generazione si potranno usare «anche a casa perché, al contrario della prima generazione, possono essere somministrati per via intramuscolo».

FRANCESCO VAIA: NON SOLO CURA, ANCHE PREVENZIONE…

«Gli anticorpi monoclonali hanno la capacità di bloccare la proteina spike del coronavirus. Sono un miglioramento di quelli del nostro organismo», ha proseguito Francesco Vaia. Non si tratta di una novità: vengono usati anche per altre patologie, come per quelle oncologiche, così come per la diagnostica. Ma ci tiene a precisare che non escludono i vaccini, anzi. «Il vaccino da una risposta immunitaria più duratura, invece gli anticorpi monoclonali fanno guarire dalla malattia ma durano molto meno». Il mix virtuoso tra vaccino e anticorpi monoclonali, quindi tra prevenzione e cura, può fermare la pandemia Covid. «L’altra cosa rivoluzionaria che stiamo sperimentando allo Spallanzani è di usarli non ai malati, ma in via preventiva a soggetti sani che magari per problemi di autoimmunità o hanno problemi oncologici non hanno potuto sviluppare anticorpi. Quindi, mandiamo l’esercito in via preventiva».



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