Il vaiolo delle scimmie è un’emergenza sanitaria globale. A dichiararla l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), parlando di situazione “straordinaria”. Questo vuol dire che potrebbe estendersi a più Paesi e richiede una risposta globale coordinata. Ne ha parlato il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus in una conferenza stampa. Si tratta del più alto livello di allerta dell’Oms, del resto arriva dopo l’aumento di casi nel mondo. Secondo i dati più recenti, sono oltre 14mila, in 71 Stati membri di tutte le regioni Oms, invece sono 5 i decessi. Per questo motivo l’Oms ha convocato il Comitato di emergenza per i regolamenti sanitari internazionali con l’obiettivo di valutare se l’epidemia costituisca un’emergenza di salute pubblica di interesse internazionale.
Ieri il Comitato per i medicinali per uso umano dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha raccomandato l’estensione dell’indicazione del vaccino Imvanex contro il vaiolo anche per includere l’uso per la protezione degli adulti dal vaiolo delle scimmie. Infatti, è stato anche considerato un potenziale vaccino per il vaiolo delle scimmie in virtù della somiglianza tra i due virus.
VAIOLO DELLE SCIMMIE, FOCOLAIO E CASI IN ITALIA
“Anche se sto dichiarando un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale, per il momento si tratta di un focolaio che si concentra tra gli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini, in particolare quelli con più partner sessuali”, ha dichiarato il direttore generale dell’Oms in conferenza stampa. D’altra parte, ha precisato: “Lo stigma e la discriminazione possono essere pericolosi come qualsiasi virus. Questo è un focolaio che può essere fermato con le giuste strategie nei gruppi giusti”.
L’Italia è tra i primi 10 Paesi con circa 400 casi. “Sono numeri impressionanti”, ha dichiarato Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova. “Siamo arrivati a 15mila casi di vaiolo delle scimmie in più di 70 Paesi nel mondo, che probabilmente rappresentano la punta dell’iceberg. È verosimile pensare che siano 5-6 volte di più: siamo vicini, quindi, ai 100 mila casi reali”, le parole dell’infettivologo riportate da La Stampa. Non vuole fare allarmismo, ma ritiene che neppure si debba sottovalutare il vaiolo delle scimmie. “Sarebbe il caso di partire ora con un’importante campagna vaccinale, indirizzata a giovani maschi, altrimenti a settembre rischiamo di avere decine di migliaia di casi diagnosticati e altrettanti sotto traccia”.