Secondo l’Oms, l’organizzazione mondiale della sanità, c’è un serio rischio che i casi di vaiolo delle scimmie aumentino in maniera esponenziale durante l’estate in arrivo. Festival, ma anche grandi eventi sportivi, e i momenti tipici di aggregazione della bella stagione, sono finiti nel mirino dell’Oms, che teme una propagazione importante del virus del vaiolo delle scimmie. A confermarlo, come si legge sul sito di SkyTg24, è stato Hans Henri P. Kluge, direttore dell’Oms per l’Europa, secondo cui la trasmissione “rapida e amplificata del virus, si è verificata nel contesto della recente revoca delle restrizioni pandemiche ai viaggi e agli eventi internazionali. Il potenziale di ulteriore trasmissione in Europa e altrove durante l’estate è elevato”.



Kluge ha aggiunto che il vaiolo delle scimmie “si è già diffuso sullo sfondo di diversi raduni di massa. Nei prossimi mesi, molte delle decine di festival e grandi feste in programma forniscono ulteriori contesti in cui potrebbe verificarsi un’amplificazione”. Si tratta di contesti che, secondo l’Oms “forniscono anche potenti opportunità per impegnarsi con persone giovani, sessualmente attive e mobili a livello globale per aumentare la consapevolezza e rafforzare la protezione individuale e della comunità”. Il direttore dell’Europa per l’Oms, ha inoltre ricordato che “la maggior parte delle persone che contraggono il vaiolo delle scimmie avrà una malattia lieve e che si autolimita, ma spiacevole e potenzialmente dolorosa, che può durare fino a diverse settimane”.



VAIOLO DELLE SCIMMIE, OMS: “VIRUS PUO’ INFETTARE CHIUNQUE”

Non si sa invece con certezza “quale impatto sulla salute ci sarà negli individui che possono avere gravi esiti dal vaiolo delle scimmie, in particolare i bambini piccoli, le donne in gravidanza e le persone immunocompromesse”. I maggiori casi di vaiolo si sono diffusi a seguito di rapporti sessuali fra uomini, ma l’Oms in ogni caso ha precisato: “Dobbiamo ricordare, tuttavia, come abbiamo visto da precedenti focolai, che il vaiolo delle scimmie è causato da un virus che può infettare chiunque e non è intrinsecamente associato ad alcun gruppo specifico di persone”.



Kluge ha quindi spiegato che “non sappiamo ancora se riusciremo a contenerne del tutto la diffusione”, anche se al momento non è previsto alcun piano emergenziale in stile covid. E’ necessaria, ha concluso “una riduzione significativa e urgente delle esposizioni attraverso una comunicazione chiara, l’isolamento dei casi durante il periodo infettivo e un’efficace tracciabilità e monitoraggio dei contatti”.