Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha lanciato “l’emergenza globale” per quanto riguarda la diffusione del cosiddetto vaiolo delle scimmie, il “monkeypox”, una patologia tipicamente africana che però negli ultimi mesi si è diffusa stranamente al di fuori di quel continente, con focolai in Europa e Nord America. Sono 400 circa i casi registrati nel nostro Paese, ma nessuna vittima. Da inizio maggio, quando è stata rilevata al di fuori dei Paesi africani dove è endemica, la malattia ha colpito più di 16.836 persone in 74 Paesi, secondo il Centro americano per il controllo e la prevenzione delle malattie.
Per Ghebreyesus “il rischio di contagio è particolarmente alto in Europa”. La comunità scientifica è perplessa, lo stesso Oms ha avuto difficoltà a approvare la dichiarazione di emergenza globale. Mentre diversi esperti parlano di situazione preoccupante provocata dal “liberi tutti all’interno di una comunità sessuale attiva e promiscua” e già cominciano a circolare allarmanti dichiarazioni come durante i primi casi di Aids di un ruolo primario nella diffusione a causa degli omosessuali, Massimo Ciccozzi, ordinario di statistica medica ed epidemiologia nell’Università Campus Biomedico di Roma ci ha detto che “non capisco assolutamente perché questo allarme quando ci troviamo davanti a una patologia che non provoca morti e da cui si guarisce da soli senza il bisogno di alcuna terapia farmacologica”.
L’Oms dichiara emergenza globale per quanto riguarda il vaiolo delle scimmie visto che “si è diffuso rapidamente in tutto il mondo”. È un allarme giustificato?
È un allarme che mi lascia del tutto perplesso. Non ne vedo il motivo, dato che non si verificano decessi e si guarisce nel giro di una settimana senza bisogno di alcuna terapia.
Il direttore dell’Oms parla di una situazione “straordinaria” visto che non si erano mai verificati come adesso focolai al di fuori del continente africano. Questo è un dato reale, no?
Sì, questo è vero, è la prima volta che il vaiolo delle scimmie esce dall’Africa in maniera piuttosto consistente, che poi veramente consistente non è, si tratta di numeri bassi, circa 17mila persone contagiate in tutto il mondo. La dichiarazione di emergenza globale fa riferimento al fatto che sono coinvolti diversi Paesi in tutto il mondo, ma non c’è da aver paura, non siamo davanti a un nuovo virus devastante come il Covid.
Quali sono i fattori di rischio che possono indurre al contagio?
Sono i contatti in determinate condizioni, cause biologiche. Soprattutto le secrezioni che escono dalle pustole che si formano sulla pelle. Naturalmente anche i rapporti sessuali con più partner consecutivamente, ma basta osservare le comuni norme igieniche per non correre rischi.
In Africa, dove la patologia è endemica, viene usato uno vaccino particolare?
No, nessun vaccino.
I sintomi invece quali sono?
Febbre, mal di testa, i sintomi di una influenza light. La caratteristica che ne fa una patologia unica è la formazione di pustole sul corpo due o tre giorni dopo essere stati infettati.
Quindi non si muore e si guarisce da soli, è così?
Esattamente. Si sta facendo tanto rumore chissà per cosa.
Forse l’Oms dopo il pessimo modo con cui ha gestito la pandemia di Covid adesso vuol fare bella figura? Lanciare allarmi per qualunque cosa per far vedere che sono attenti?
Non saprei dirlo. So che poche settimane fa avevano parlato della sottovariante BA.2 di Omicron 5 dicendo che era più letale e più contagiosa di Omicron 5. Poi non si è verificato nulla di quanto avevano detto, anche perché come fai a dire cose del genere quando le prove su cellule non sono state fatte e ci vogliono due o tre mesi per sapere il risultato?
(Paolo Vites)
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