Anche in Italia è stato identificato il primo caso di vaiolo delle scimmie. Lo ha fatto l’ospedale Spallanzani di Roma e si tratta di un uomo rientrato dopo un soggiorno alle Isole Canarie che si era presentato al pronto soccorso dell’Umberto I. L’Istituto superiore di sanità (Iss) ha costituito una task force di esperti del settore e contattato le reti sentinella dei centri per le infezioni sessualmente trasmesse per monitorare continuamente la situazione nazionale. Inoltre, il ministero della Salute sta monitorando con attenzione i casi, «che sarebbero al momento pochi e ha allertato le Regioni per un tracciamento degli eventuali casi». Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento di Malattie infettive dell’Iss, ha fatto sapere all’Ansa che «al momento nel nostro Paese non si registra una situazione di allarme ed il quadro è sotto controllo».



Per quanto riguarda il caso registrato allo Spallanzani, l’ospedale fa sapere che il «quadro clinico è risultato caratteristico e il monkeypox virus è stato rapidamente identificato con tecniche molecolari e dissequenziamento genico dai campioni delle lesioni cutanee». L’uomo è ricoverato in isolamento in discrete condizioni generali. Intanto, sono in corso indagini epidemiologiche e il tracciamento dei contatti. Infatti, ci sono altri due casi sospetti del vaiolo delle scimmie (qui approfondimento su sintomi e trasmissione) in corso di accertamenti. «Al momento i tre casi osservati e gli altri casi verificatesi negli altri Paesi europei e in Nord America non presentano segni clinici di gravità».



VAIOLO DELLE SCIMMIE, CORSA AI VACCINI IN SPAGNA

Primi casi di vaiolo delle scimmie anche in Spagna, dove è già partita la corsa ai vaccini. Il ministero della Salute spagnolo sta, infatti, finalizzando le procedure di acquisto di migliaia di dosi di vaccino contro il vaiolo tradizionale. In Europa, infatti, non c’è un vaccino approvato contro il vaiolo delle scimmie, ma l’ipotesi degli esperti è che quello contro il vaiolo umano tradizionale possa essere comunque efficace per fermare la trasmissione del virus. Il vaccino acquistato dalla Spagna si chiama Imvanex ed è prodotto dal laboratorio danese Bavarian Nordik. L’Agenzia europea per i medicinali (Ema) lo ha autorizzato nel 2013 contro il vaiolo tradizionale, invece negli Stati Uniti, dove è commercializzato col marchio Jynneos, è autorizzato anche contro il vaiolo delle scimmie.



Secondo uno studio, è in grado di prevenire lo sviluppo della malattia se somministrato nei primi quattro giorni dopo il contatto col virus, invece attenua i sintomi se somministrato tra il quinto e dodicesimo giorno. Ma il vaccino acquistato dalla Spagna non sarà somministrato a tutti, bensì solo a contatti di casi confermati di vaiolo delle scimmie. Si tratta di una strategia “ad anello” già usata in passato in Spagna contro il vaiolo nel 1977. Il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (ECDC) oggi ha raccomandato che «se i paesi hanno vaccini contro il vaiolo [tradizionale], dovrebbero prendere in considerazione la vaccinazione dei contatti ad alto rischio». Infine, vi è un altro vaccino contro il vaiolo tradizionale, chiamato Acam2000 e prodotto da Sanofi, ma è autorizzato dall’Fda negli Stati Uniti, non dall’Ema in Europa; c’è poi l’antivirale Tecovirimat, efficace contro diversi tipi di vaiolo.