Massimo Galli, già direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale “Sacco” di Milano, è intervenuto nelle scorse ore ai microfoni dell’agenzia di stampa nazionale Adnkronos Salute per commentare la possibile decisione dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) di classificare come “emergenza sanitaria internazionale” il vaiolo delle scimmie, a proposito del quale si sta facendo un gran parlare negli ultimi giorni, complice l’incremento di casi riscontrati in tutto il pianeta.



“L’ipotesi dell’Organizzazione mondiale della Sanità credo sia un atto dovuto, fino a un ulteriore chiarimento della situazione – ha detto Galli –. Non si può certo lasciar passare un fenomeno con queste caratteristiche senza lavorarci sopra, seppure non ci sono gli elementi di un allarme. Per poter rapidamente risolvere questo fenomeno, come tutti speriamo, bisogna gestire le cose al meglio e lo strumento dell’emergenza sanitaria serve anche per allertare i sistemi sanitari di tutti i Paesi”. Insomma, un passaggio prudenziale, utile a far sì che, qualora lo scenario tenda a complicarsi, ci sia la prontezza di reazione da parte del mondo intero.

MASSIMO GALLI E IL VAIOLO DELLE SCIMMIE: “NON MI FASCEREI LA TESTA”

In un’altra intervista, rilasciata proprio nei giorni antecedenti all’Adnkronos Salute, Massimo Galli a proposito del vaiolo delle scimmie aveva affermato: “Rispetto alla pandemia di Covid-19, questa volta non mi fascerei la testa. Siamo, infatti, di fronte a un virus che non sembra avere le caratteristiche per mettere in piedi un’epidemia in ambito umano”.

Il senso di tranquillità che Galli ha inteso trasmettere è legato ad alcune evidenze di matrice scientifica, che ha provato a illustrare attraverso le seguenti frasi: Abbiamo a che fare con un virus a Dna, stabile rispetto a quelli a Rna, che somiglia a quello del vaiolo, ma è tutta un’altra storia. E, soprattutto, questo patogeno non si è evoluto nella nostra specie, e nemmeno nelle scimmie a dire il vero. Per quello che sappiamo al momento viene direttamente dal mondo animale, crea un certo numero di infezioni, poi si autolimita”.