Antonella Viola, immunologa dell’Università di Padova, è intervenuta ai microfoni dell’agenzia di stampa “AGI” per commentare i casi di vaiolo delle scimmie, palesatisi già anche in Italia: “Bambini e adulti nati dopo il 1981 sono più a rischio di contrarre il vaiolo delle scimmie, ma ancora il numero dei contagi è basso per creare allarmismo – ha detto –. Nei giorni scorsi, sono stati segnalati casi in Europa e negli Stati Uniti d’America per un totale di 66 persone contagiate. La malattia virale non è nuova, conosciuta da oltre 60 anni e diffusa soprattutto nell’Africa centrale e occidentale, ma riguarda gli animali selvatici e solo occasionalmente infetta gli umani”.

L’incremento dei casi degli ultimi tempi, secondo Antonella Viola, sono legati al fatto che i giovani non sono vaccinati contro il vaiolo e quindi l’immunità a livello di comunità è calata: “Inoltre, i viaggi frequenti favoriscono la circolazione del virus. Non possiamo escludere però che il virus sia mutato e che sia diventato più trasmissibile per gli uomini”.

VAIOLO DELLE SCIMMIE, ANTONELLA VIOLA: “TROPPO PRESTO PER INTRODURRE L’OBBLIGO VACCINALE”

Nel prosieguo dell’intervista, Antonella Viola ha rammentato che le infezioni avvengono prevalentemente per contatto incidentale con animali infetti o con persone che hanno soggiornato in zone a rischio e il contagio “avviene per contatto diretto con le lesioni, con i fluidi corporei, tramite goccioline e con gli indumenti contaminati”. Il periodo di incubazione è generalmente compreso tra 5 e 21 giorni.

Esiste un vaccino? Sì, quello contro il vaiolo, ma non è più obbligatorio da molto tempo. Come si legge sull’AGI, dopo l’Unità d’Italia, la vaccinazione antivaiolo fu resa obbligatoria per tutti i nuovi nati a partire dal 1888, ma l’obbligo è stato abolito in Italia “nel 1981, dopo che nel maggio 1979 l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha decretato eradicato il vaiolo dalla Terra”. Possibile che si arrivi a una sua reintroduzione? Secondo Viola “è troppo presto per trarre conclusioni. Finora il vaiolo delle scimmie non si è diffuso ampiamente negli esseri umani. Speriamo che anche questa volta i contagi si fermino a pochi casi”.