Una giovane maestra di sci originaria di Venezia, Giulia Ramelli, è morta nelle scorse ore sopra Cortina a seguito di una valanga. La slavina, come riferisce La Gazzetta dello Sport, si è verificata di preciso sulle 5 Torri, nella zona tra Ra Gusela e il Nuvolau, e la donna è stata rinvenuta ancora in vita e ricoverata a Treviso, dove poi ha esalato l’ultima respiro. La maestra di sci era una grande esperta della montagna e stando alle ricostruzioni sarebbe stata sorpresa mentre si trovava in compagnia di un amico 50enne, tale Piero Paccagnella, ingegnere e direttore di esercizio della funivia Tofana e Marmolada.



A lanciare l’allarme, come riferisce il Corriere della Sera, è stato proprio Paccagnella che è rimasto solo semisepolto ma senza comunque riportare gravi ferite, e spiegando invece che l’amica era sparita dalla sua vista dopo essere stata sommersa dalla neve. L’elicottero del Suem di Pieve di Cadore si è recata sul posto nel giro di pochi minuti e sono quindi scattate subito le indagini: quando la ragazza è stata individuata sotto due metri di neve, si sono accorti fin da subito delle sue condizioni critiche. Il personale del 118 ha quindi praticato delle manovre di rianimazione cardiopolmonare, ma la maestra di sci è rimasta in condizioni disperate fino al trasporto in elicottero a Treviso, dove è stata poi ricoverata in prognosi riservata.



VALANGA A CORTINA: “RISCHIO DI SLAVINE E’ MARCATO IN QUESTI GIORNI”

Nel corso della notte passata le sue condizioni fisiche sono peggiorate fino appunto al decesso di quest’oggi. «In questi giorni il rischio di valanghe nelle aree al di sopra del limite boschivo (intorno ai 1.800 metri di quota, ndr) è marcato» ha fatto sapere Gianni Marigo, responsabile del centro valanghe Arpav di Arabba.

«Le temperature – ha aggiunto – per quanto sopra la media, attualmente non destano preoccupazione. La probabilità che si formino valanghe è invece dovuta al forte vento che ha sferzato le montagne specie nella giornata di martedì, e che ha formato degli accumuli di neve soprattutto nelle conche e nelle valli, oltre a dei lastroni di ghiaccio superficiali».